Verdini ossequia Napolitano, il Pd lo applaude. Al Senato in scena la farsa
Denis Verdini che omaggia ossequioso Giorgio Napolitano. Gli applausi dei senatori del Pd all’ex capo dello Stato. Le contestazione dei parlamentari grillini e di Forza Italia che escono dall’aula. Va in scena al Senato il Napolitano-day. E’ il giorno del trionfo per il vecchio presidente, l’apoteosi dell’uomo a cui il ministro Boschi (il ddl costituzionale porta il suo nome) ascrive il merito della riforma. Ma la fotografia di Palazzo Madama è tutt’altro che entusiasmante. Come il discorso che pronuncia Napolitano. “Sarà compito di tutti prepararci a mettere in piedi il nuovo Senato. Non stiamo solo chiudendo i ponti col passato, ma ci accingiamo anche dare risposte a esigenze stringenti”, dice il presidente emerito della Repubblica, intervenuto in Aula nelle dichiarazioni di voto, per annunciare il sì del gruppo delle Autonomie. E dimentica di dire che sotto i piedi i sedicenti “riformatori” hanno messo gli italiani e i padri costituenti. Napolitano, l’uomo che ha consentito lo strappo di una Costituzione e che, quando dimorava nelle ovattate stanze del Quirinale, non perdeva occasione per esaltarla come la più bella del mondo. Napolitano, il presidente che ci ha consegnato tre capi di governo (dicesi tre) senza che fossero eletti dagli italiani. E che ora ci rifila, con Renzi , Boschi e compagnia bella, un Senato che non è né carne né pesce, che propina la truffa della eleggibilità dei senatori-consiglieri regionali non eletti direttamente dai cittadini. Napolitano, l’ex comunista “migliorista”, l’uomo, per dirla con Sandra Bonsanti, una che di sinistra se ne intende, che agisce “per ripicca”, privo com’è di spirito costituente. Anche lui, come Renzi, Boschi e compagnia bella, “un personaggio da commedia napoletana”.”Il mio voto favorevole – ha detto Napolitano – è legato a mie non solitarie convinzioni sulle riforme”. Il presidente emerito della Repubblica ha sottolineato che è “impegno di tutti” costruire le nuove istituzioni. “Sono legittime le posizioni critiche – ha aggiunto – Se tuttavia penso a tutte le occasioni perdute ne colgo una causa nella defatigante ricerca del perfetto e o del meno imperfetto”. Vista con occhi sgombri di ipocrisia, la perfezione nel caso di specie non c’entra nulla. E la democrazia è solo una opaca messinscena.