Unione europea schizofrenica: ora vuole espellere 400mila clandestini

7 Ott 2015 13:53 - di Antonio Pannullo

La notizia è di quelle bomba: e se non venisse dal giornale più serio e attendibile del mondo, non sarebbe stata neanche presa in considerazione. Ma The Times ci apre addirittura il sito: almeno 400mila migranti che non hanno ottenuto lo status di rifugiati verranno espulsi dall’Europa nelle prossime settimane, rivela il quotidiano londinese, parlando di un “piano segreto” elaborato dai vertici Ue. Bruxelles, secondo il quotidiano britannico, minaccia restrizioni in termini di sostegno economico, partnership commerciale e sui visti a Paesi come Niger ed Eritrea che si rifiutassero di riprendere i migranti economici (così li definisce il Times). Secondo il piano, gli Stati membri dovrebbero tenere in custodia le migliaia di migranti per evitare la loro fuga, prima dell’espulsione. Insomma un’Unione europea schizofrenica e con le idee confuse, cosa che deve preoccupare ulteriormente: da mesi Bruxelles censura i muri, critica chi tenta di difendersi dall’invasione, invita tutto il Terzo Mondo a venire in Europa, e poi, improvvisamente, da pochissimi giorni, cambia radicalmente atteggiamento. E il motivo di questo repentino voltafaccia è chiaro, così come è chiaro chi comanda da sempre nella Ue. La notizia è di poche ore fa: alla fine del 2015 la Germania sarà raggiunta da 1,5 milioni di richiedenti asilo. Sono stime istituzionali, contenute in un rapporto segreto, pubblicato da Bild. Se dovessero essere raggiunti dalle famiglie la cifra salirebbe a 7 milioni. Secondo le ultime cifre pubblicate dalle istituzioni gli arrivi previsti quest’anno erano 800 mila. Persino al Merkel si è spaventata, e ha chiesto a Bruxelles di prendere le contromisure, che puntualmente arrivano. Per la verità, sono diversi giorni che a Bruxelles si avverte che il clima è un po’ cambiato, ferme restando le critiche di facciata contri i muri e contro l’Ungheria. Ma quello solo perché è un Paese governato dal centrodestra.

L’Unione europea adesso subordina gli aiuti ai Pvs ai rimpatri

Comunque pochi giorni fa, il Fondo Ue per Asilo, migrazione e integrazione, si apprende, darà sostegno sostanziale alle attività dei Paesi membri che pianificano di dedicare oltre 800milioni di euro ai rimpatri nei loro programmi nazionali 2014-2020». Si legge ancora nella bozza di conclusioni del consiglio Affari interni Ue: «Finanziamenti per sostenere la cooperazione sulle riammissioni e la reintegrazione delle persone che vengono mandate indietro, incluso tra gli Stati membri ed i Paesi Terzi, dovrebbero essere garantiti da tutti gli strumenti appropriati: il Fondo per l’Africa e i programmi finanziari Ue». Tra le varie iniziative contenute nel documento, si guarda anche allo scambio di informazioni entro fine 2015, per «facilitare il ritiro di permessi di soggiorno ai migranti che hanno commesso reati». Tra l’altro il consiglio accoglie con favore l’intenzione della Commissione Ue di «organizzare squadre di intervento rapido per i rimpatri di Frontex, che offriranno supporto per identificazioni, cooperazione consolare con i Paesi terzi, e organizzeranno operazioni per i rimpatri per gli Stati membri, partendo dall’esperienza degli hotspot». Sempre nelle stesse ore, si apprendeva ufficiosamente da fonti Ue che i Paesi Terzi che non hanno accordi di riammissione con l’Ue e con i suoi Stati membri, dovranno comunque accettare il rimpatrio dei loro cittadini se vorranno usufruire degli aiuti europei. Della questione si parlerà al prossimo consiglio Affari interni di giovedì 8 ottobre a Lussemburgo, in previsione della conferenza della Valletta. «A noi non piace questo modo di procedere – evidenziano le fonti -. Ma questo è ciò che ora è nelle carte. Applichiamo la nostra politica di rimpatri, anche se non ci sono accordi di riammissione, perché non possiamo aspettare cinque o sei anni per farli. La Spagna applica già questo modello, con successo». Per l’Italia quello dei rimpatri è uno dei nodi cruciali, per consentire un corretto funzionamento degli hotspot. I primi ricollocamenti su scala Ue si faranno venerdì mattina, quando un gruppo di eritrei sarà trasferito dall’Italia alla Svezia. Lo rende noto la direzione generale Affari interni della Commissione Ue. Secondo quanto si apprende da fonti europee, si tratta di una ventina di persone. Voleranno da Roma per Stoccolma. Poca roba, ma meglio che niente…

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