Il Brasile si prepara alle Olimpiadi: spariti centinaia di bambini

13 Ott 2015 12:32 - di

Nel Brasile che si prepara ad ospitare le Olimpiadi 2016 è strage di meninos de rua. Nei primi nove mesi di quest’anno a Rio de Janeiro sono spariti almeno 371 ragazzini di strada tra i 4 e i 15 anni. Secondo la denuncia delle Nazioni Unite e la Conferenza episcopale brasiliana sarebbero stati uccisi dalla polizia nel corso di una macabra operazione di “pulizia” delle strade di Rio. Ma i numeri vanno oltre. Come si legge su Avvenire, l’Onu ne sospetta almeno duemila, mentre per il Consiglio federale di medicina brasiliano negli ultimi anni sono stati 250mila in tutto il Paese.

Strage di bambini a Rio

Il tema drammatico della strage dei meninos de rua è stato commentato dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio, in un editoriale dal titolo I bambini non si uccidono. «A Rio de Janeiro – si legge – da troppi anni c’è chi pensa, agisce e vive come se questa fosse una logica azione di polizia, anzi di “pulizia” urbana. E ora l’Onu, attraverso il rapporto di un suo Comitato per i diritti dell’infanzia, denuncia che gli uomini della polizia brasiliana per rendere più sicura e vivibile la metropoli che ospiterà le Olimpiadi 2016 (che si celebreranno tra appena dieci mesi) hanno ridato forza e virulenza forse mai vista all’insopportabile incubo delle mattanze dei meninos de rua. Per pulire anzi – testuale – per “ripulire” la città simbolo del grande Paese sudamericano si uccidono su due piedi, sommariamente, ragazzini “colpevoli” di vivere per strada, di non avere famiglia, di essere potenziali delinquenti. Bambini spezzati e spazzati via, perché soli, poverissimi e contagiati dalla miseria nera prima ancora che dal crimine». E ancora: «La “caccia” per le strade dei quartieri residenziali e fin dentro le favelas dei meninos non è una novità». Ma, scrive Tarquinio, «è una novità la certificazione da parte delle Nazioni Unite dell’algida e feroce motivazione “d’ordine” di questo misfatto compiuto e ricompiuto da tutori della legge in una grande democrazia. La strada verso le Olimpiadi 2016 non può essere lavata col sangue di piccoli massacrati “per sicurezza”».

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