Senato, polemiche per la presenza del “commissario” del governo

2 Ott 2015 12:31 - di Redazione

Nell’aula del Senato è ripreso l’esame del ddl Boschi. Dopo l’approvazione dell’articolo 1 del provvedimento (con 170 voti), si passa agli emendamenti all’articolo 2. Ma la presenza a Palazzo Madama del segretario generale di Palazzo Chigi, funzionario del Senato in collocamento fuori ruolo, Paolo Aquilanti, ha scatenato una nuova polemica. «Neanche durante il fascismo si vedeva un commissario del governo aggirarsi nelle Aule parlamentari», ha detto Roberto Calderoli. E subito dopo è sceso in campo Maurizio Gasparri che ha chiesto la convocazione «immediata del Consiglio di presidenza» di Palazzo Madama per esaminare il caso. «In questa fase – ha dichiarato il vicepresidente del Senato – c’è un’azione pressante del segretario generale della presidenza del Consiglio che è, invece, una figura amministrativa». E questo, per Gasparri, «non va bene». «Aquilanti sta svolgendo un’azione non congrua».

Riforme e le polemiche sull’emendamento Cociancich

Durante il dibattito sulla veridicità o meno dell’emendamento Cociancich che ha fatto decadere tutti gli emendamenti presentati all’articolo 1 del ddl Boschi è esplosa la protesta della Lega. I senatori del Carroccio hanno alzato in aula dei cartelli con la scritta “Costituzione demolita da falsari, mercenari e da Verdini” subito rimossi da commessi e questori. Poi è stata data la parola a Cociancich: «Assumo comunque la totale paternità dell’emendamento. E ne ho presentati anche altri alla riforma». È intervenuto anche Grasso: «Il documento c’è ed è firmato e intestato».

 

 

 

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