Psicosi da carne. L’Sos dei macellai: vendite crollate del 20 per cento

28 Ott 2015 10:51 - di Elsa Corsini

Dopo l’allarme dell’Oms sul rischio-cancro è scoppiata ovunque la sindrome della carne assassina che ha messo all’indice la carne rossa sugli scaffali tricolori dove «le vendite sono crollate del 20%», racconta preoccupato Gian Paolo Angelotti, presidente di Assomacellai.  L’allarme potrebbe calare, però, perché gli italiani a tavola sono abitudinari. Cancellare prosciutto e cotolette dai menu delle famiglie non sarà facile. La débacle delle ultime 24 ore «è destinata a rimanere un fuoco di paglia», assicura il presidente di Confesercenti (tempo 15 giorni e sono convinto che tutto passerà)

Sos carne assassina

Un allarme molto simile a quello seguito allo scoppio dell’epidemia della “mucca pazza” e dell’aviaria quando il giro d’affari su vacche e polli crollò fino all’80%. I venditori sono corsi ai ripari ribassando i listini delle carni finite nel mirino dell’Organizzazione mondiale della sanità mentre gli acquirenti hanno cambiato in corsa la lista delle spesa, depennando i prodotti a rischio e riempiendo i carrelli di pollo e pesce.

La psicosi della mucca pazza

«Un primo contraccolpo c’è stato – ammette Marco Guerrieri, responsabile carne della Coop Italia  –  di sicuro però è troppo presto per dire se e quanto durerà». «Ci vorrà un mese per avere dati seri e attendibili», conferma François Tomei, direttore di Assocarni. Il passato brucia: mucca pazza ha costretto a inizio millennio i ristoranti di tutta Italia a rivedere i menu, riducendo al minimo brasati e costine. La “fiorentina” è stata bandita per qualche anno da Bruxelles, che ha riabilitato di recente la pajata dopo 15 anni di doloroso ostracismo. La psicosi dell’aviaria ha portato all’abbattimento di 800mila capi in Italia con un danno alla filiera quantificato in centinaia di milioni.

L’allarme Oms

Lo studio Oms è invece un’altra storia: «La fonte è autorevole anche se mette assieme paesi e filiere molto differenti tra di loro – prosegue Tomei –  sono sicuro che toccherà l’opinione pubblica in maniera profonda. I contraccolpi saranno più pesanti di quanto si pensi ora». I cartellini rossi delle authority contro le bevande gassate zuccherate  hanno ridotto in pochi anni del 25% i consumi di questi prodotti negli Usa. Le catene di fast food hanno pagato un conto salato alle campagne anti-hamburger. Per la gioia di vegetariani e vegani.

 

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