«Ma quale ripresa!»: le associazioni di consumatori smentiscono Renzi
Stangata, altro che ripresa. Tra dati Istat sull’inflazione aggiornati e riscontri percentuali, la parola chiave è ancora crisi, e il mancato rilancio dell’economia il comune denominatore su cui concordano tutti, consumatori a associazioni di categoria, nel delineare bilanci e prospettive in materia di costi, rincari e risparmi.
La ripresa è ancora lontana
In tema di rincari dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, allora, si è pronunciato l’Istat che, relativamente ai prezzi del carrello della spesa, ha sottolineato un aumento dello 0,6% su base mensile e dell’1,2% su base annua, registrando un’accelerata dal +0,7% di agosto. Di più: secondo l’istituto di ricerca, a trainare sarebbero i prezzi dei vegetali freschi, in rialzo del 10,5% sul mese e del 13,5% sull’anno precedente. Ma per il Codacons i dati sull’inflazione diffusi dall’Istat sono a dir poco «deludenti». «L’andamento dei prezzi è negativo. Una crescita dello 0,2% su base annua, dopo il lungo periodo di deflazione registrato in Italia, è un riscontro molto deludente, perché riflette la domanda interna, ancora debole ed incerta», spiega il presidente Carlo Rienzi. «Per tornare ad un tasso di inflazione accettabile serve uno sprint sui consumi da parte delle famiglie, e misure adeguate per far tornare gli italiani a spendere», conclude Rienzi. La ripresa, insomma, al di là di facili e troppo sbrigativi entusiasmi governativi, è ancora ben lontana da venire. Anche secondo Federconsumatori e Adusbef, infatti, «la rilevazione Istat sull’inflazione mostra ancora incertezza sull’andamento economico del nostro Paese e testimonia come ci sia ancora molto da fare per avviare e sostenere una vera ripresa». E ancora: «La domanda – sempre secondo le associazioni – va sostenuta attraverso la redistribuzione dei redditi e la creazione di nuove opportunità di lavoro, non certo con l’innalzamento del limite all’utilizzo dei contanti a 3.000 euro» che non riguarda le famiglie ma, «piuttosto, chi si occupa di traffici illeciti e dubbie transazioni».
Stangata su spesa e vacanze
Così, dopo anni di recessioni e dure stagioni di privazione, anni in cui gli italiani hanno imparato a tirare la cinghia e a riscrivere la lista delle priorità, la ripresa è ancora lontana e la situazione costringe le associazioni che da sempre vigiliano su speculazioni e rincari a continuare a rimanere in trincea: con buona pace dell’ottimismo renziano e dei suoi annunci trionfalistici in materia di rilancio economico. «L’incremento dei prezzi del carrello della spesa è allarmante», ha dichiarato allora, tra gli altri, anche l’Unione nazionale consumatori, che ha calcolato come per una famiglia di quattro persone l’aumento dell’1,2% significa pagare, per la spesa di tutti i giorni, 93 euro in più su base annua. L’aggravio, o meglio la stangata finale, sarebbe dunque pari a 86 euro per una coppia con un figlio, a 79 euro per una coppia senza figli tra 35 e 64 anni, e a 47 euro per un pensionato con più di 65 anni, e a 50 euro per un single con meno di 35 anni. E non è tutto: estendendo il raggio dell’indagine, l’associazione di categoria ha sottolineato anche come «i dati dimostrano che gli italiani hanno subìto una stangata ingiustificata anche sulle loro vacanze». Il segretario dell’Unc Massimiliano Dona, infatti, ricorda come ad agosto ci sono stati aumenti rispetto a luglio anche del 38,9%, come per il trasporto marittimo. Questi prezzi poi a settembre sono «letteralmente precipitati» (per il trasporto marittimo il calo mensile è stato del 39,6%) e «hanno inciso sulla riduzione mensile dell’indice generale, ma non certo sulla riduzione del costo della vita».