L’Italia ha pagato tutti, anche i pirati somali che rapirono Bruno Pellizzari

9 Ott 2015 10:11 - di Redazione

L’Italia avrebbe pagato un riscatto di 525mila dollari per il rilascio di Bruno Pelizzari, rapito dai pirati somali nel 2010 con la sudafricana Debbie Calitz e liberato nel 2012. Lo scrive il Guardian citando un documento “segreto” sudafricano in cui si afferma che l’Aise, i servizi italiani per l’estero pagò il riscatto. Secondo il documento l’Aise e gli 007 somali, d’accordo con gli ostaggi, “decisero di raccontare ai media che la liberazione era stata il risultato di un’operazione delle forze di sicurezza somale”. Stando al documento segreto dell’intelligence sudafricana rivelato dal Guardian, “funzionari italiani dissero agli ostaggi di non rivelare che per il loro rilascio era stato pagato un riscatto. Ma di raccontare ai media che erano stati liberati dalle forze somale”. Il documento citato fa parte di una serie di comunicazioni tra gli 007 di tutto il mondo ottenute dalla all news araba Al Jazeera che ha stretto un accordo con il quotidiano britannico per condividerle.

Da Greta e Vanessa a Pellizzari, quanto bugie dal governo

Pochi giorni fa fonti giudiziarie di Aleppo avevano confermato che per il rilascio di Greta e Vanessa, le due cooperanti rapite in Siria lo scorso anno, sono stati versati 12 milioni e mezzo di dollari. La cifra era già circolata subito dopo la liberazione, ma in occasione di un’informativa alla Camera del 16 gennaio scorso il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni aveva smentito: «In merito al tema dei riscatti ho letto indiscrezioni prive di reale fondamento e in qualche caso veicolate da gruppi terroristici. Solo illazioni: Italia contraria al pagamento». Ora scopriamo che paghiamo riscatti anche ai pirati somali.

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