Israele, Hamas indice la «giornata della collera» invitando alla rivolta
In Israele il clima continua a essere molto teso, al limite della guerra civile: una “Giornata di collera” è stata indetta da Hamas in Cisgiordania e a Gerusalemme est per venerdì al termine delle preghiere. Lo rendono noto media di Hamas a Gaza. In particolare si fa appello alle masse affinché affrontino l’esercito israeliano «per punirlo dei suoi crimini». Hamas si è rivolto anche ad altre forze palestinesi perché si uniscano alla lotta. Intanto si apprende che il leader del Movimento islamico in Israele, sceicco Raed Sallah, è stato bloccato la giovedì notte nell’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv mentre stava per decollare per la Turchia, dove prevedeva di incontrare deputati turchi ed arabi. Lo ha reso noto il Movimento islamico secondo cui al suo leader è stato vietato di recarsi all’estero per il prossimo mese. In precedenza il governo israeliano lo aveva accusato di aver contribuito ad ispirare l’attuale ondata di violenze, legate alla moschea al-Aqsa di Gerusalemme. Due palestinesi “sospetti” intanto sono stati arrestati dalla polizia in un sobborgo di Tel Aviv al termine di estese ricerche che per due ore hanno paralizzato il traffico nel centro della città. Alle ricerche hanno preso parte elicotteri della polizia. In precedenza nella stazione ferroviaria di Haifa un ufficiale dell’esercito ha sparato in aria dopo essere stato avvertito della presenza di un arabo armato. In seguito è emerso che era un falso allarme.
Hamas chiama a raccolta tutti i gruppi palestinesi
Un ufficiale della polizia israeliana, intervistato da radio Gerusalemme, ha spiegato che di prima mattina erano giunte informazioni relative a due palestinesi che sembravano in procinto di compiere un grave attentato. Dopo intense ricerche i due sono stati localizzati nel centro commerciale di Givataym (Tel Aviv) e – ha aggiunto – sono adesso sottoposti a un interrogatorio. Testimoni oculari hanno anche riferito che l’arresto è avvenuto dopo che una quarantina di agenti di polizia avevano fatto irruzione, armi alla mano, in quel centro commerciale che in quel momento era piuttosto affollato. Nel frattempo a Kfar Habbad, un villaggio di ebrei ortodossi all’ingresso orientale di Tel Aviv, è stato arrestato un altro palestinese trovato in possesso di un pugnale e di una bandiera di Hamas. Infine, il ministero degli Affari esteri israeliano ha diffuso una serie di foto che ritraggono vivo e in ospedale Ahmed Mansara – il ragazzino palestinese di 13 anni accusato di essere l’autore di un attentato mortale a un coetaneo israeliano nei giorni scorsi a Gerusalemme – che il presidente palestinese Abu Mazen mercoledì sera ha definito “giustiziato” da Israele. «Ecco – ha commentato il portavoce del ministero – un’altra bugia di Abu Mazen». L’ufficio di Benyamin Netanyahu ha fatto sapere che i commenti di Abu Mazen sono «istigazione e bugie. Mentre Israele mantiene lo status quo sul Monte del Tempio (Spianata delle Moschee, ndr), Abu Mazen con le sue parole di istigazione fa un uso cinico della religione e così porta al terrorismo», ha detto il premier.