Intervenne per sedare una rissa e fu ucciso: arrestato il colpevole

1 Ott 2015 15:03 - di Martino Della Costa

Biagio Zanni, il suo omicida ha un nome e un volto: si chiama Gianluca Napoletano e ha 19 anni, ed è il presunto resposabile di quella morte, maturata a seguito di una rissa scatenata dalla violenza di un branco. E, cosa ancor più incredibile, all’origine della lite da cui sarebbe scaturita la violenza letale, ci sarebbero stati futili motivi, tra cui – sembra – uno sgambetto fatto ad un giovane, una parola di troppo, una cosa qualunque insomma…

Ucciso per aver sedato una rissa

Una storia che, nel dramma, via via che le indagini proseguono e portano a delle conclusioni, evidenzia aspetti al limite dell’assurdo: a partire dal motivo che ha scatenato la rissa e la violenza costata la vita a Biagio Zanni, di Trani, accoltellato dopo essere intervenuto per mettere pace in una rissa in corso sul lungomare, la notte fra il 19 e il 20 settembre scorso, e morto la mattina del 20 nell’ospedale di Andria. In queste ore la svolta, con il fermo del diciannovenne Gianluca Napoletano, arresato dai carabinieri per avere partecipato all’omicidio Zanni. Il giovane è accusato di rissa e omicidio volontario in concorso con due minorenni, uno di 15 e l’altro di 17 anni, che sono stati affidatiad una comunità; per loro procede il tribunale per i minorenni. Altre due persone, un minorenne e l’amico aggredito senza motivo dai tre, e in cui difesa Zanni era intervenuto, sono indagati per concorso in rissa aggravata con morte di uno dei partecipanti. A fare scattare l’aggressione all’amico di Zanni, Gabriele, sarebbe stato un saluto sgradito, forse una parola di troppo, addirittura uno sgambetto mosso inavvertitamente: da lì, una escalation di violenza, culminata nell’omicidio, una sorta di esecuzione pervicamente perseguita, con il ragazzo arrestato che avrebbe infierito sulla vittima, già ferita, colpendola più volte con il braccio ingessato, mentre gli altri la prendevano a calci e pugni.

La ricostruzione dell’omicidio

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’amico di Zanni era all’esterno di un bar-pizzeria quando sono arrivati i tre. Per motivi ancora da chiarire, i quattro hanno cominciato a discutere e dalle parole si è passati alle mani. A quel punto Zanni, che inizialmente era nel bar, è uscito tentando di fare da paciere, ma è stato accoltellato. Ha avuto la forza di allontanarsi per chiedere aiuto andando in direzione della vicina caserma della Guardia di Finanza, ma pare che sia stato inseguito dai tre giovani che avrebbero infierito su di lui. L’arma usata, con molta probabilità un coltello a scatto, non è stata trovata. «Un branco assetato di violenza e di sangue e quello che ha fatto provoca grande indignazione, amarezza e sconcerto, ma non rassegnazione», ha dichiarato il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo, commentando l’esito delle indagini sull’omicidio di Biagio Zanni. Oltre all’omicidio Zanni, Capristo ha fatto riferimento anche a quanto accaduto ad Andria, dove un disabile è stato legato a un palo e fotografato e filmato. «Questi giovani – ha detto – hanno perso il valore della vita e bisogna che lo recuperino». Certo, ci sarà molto da fare: non a caso, il comandate della Legione carabinieri Puglia, generale Giovanni Cataldo, ha precisato che le indagini hanno chiarito tutta dinamica dell’accaduto, ma anche che «non si escludono ulteriori sviluppi con altre persone coinvolte, una quarta e anche quinta». Intanto, il Comune di Trani annuncia che si costituirà parte civile contro i responsabili dell’omicidio di Biagio Zanni: «È un segnale forte che intendiamo lanciare – hanno dichairato dall’amministrazione – così come forte è stata la risposta delle Forze dell’ordine e della magistratura».

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