Altro flop di Obama in politica estera: rinviato il ritiro dall’Afghanistan

16 Ott 2015 8:42 - di Redazione

Barack Obama ha fermato i piani di rimpatrio delle truppe americane da Kabul, rompendo definitivamente la promessa elettorale di riportare a casa i soldati americani dalla guerra entro la fine della sua presidenza. La recente avanzata dei talebani e di gruppi terroristi, ormai in grado di rivendicare il maggior controllo territoriale dall’invasione statunitense del 2001, impone un drastico cambiamento di rotta che lascerà almeno per tutto l’anno prossimo quasi diecimila soldati statunitensi e tré grandi basi militari nel Paese.

Ennesimo flop di Obama: in Afghanistan insiste la guerra civile

Obama, parlando ieri dalla Roosevelt Room della Casa Bianca, ha annunciato che dopo mesi di esame della crisi con il Dipartimento della Difesa, i comandanti in prima linea e il governo afghano la svolta nella strategia «offre la miglior opzione per l’Afghanistan». Una svolta «non presa alla leggera», ma che rispecchia «l’importanza vitale» del Paese per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, «l’escalation della violenza», la realtà di forze regolari locali «non ancora abbastanza solide» e, forse soprattutto, il rischio che il Paese diventi «un rifugio per terroristi» dell’estremismo islamico.

Promessa non mantenuta da parte di Obama, in calo nel gradimento degli americani

Il Pentagono – spiega “Il Sole 24 Ore” – manterrà le sue attuali forze, circa 9.800 soldati, per tutto il 2016, conunaparziale riduzione 05.500 in programma soltanto all’inizio del 2017, Una presenza comunque considerevole, che accanto al costo umano richiederà l’investimento di 15 miliardi di dollari l’anno, e che Obama lascerà in eredità al suo successore. La Casa Bianca ha fatto sapere che intende anche chiedere agli alleati Nato di mantenere un ruolo superiore al previsto nel conflitto. Le forze degli Stati Uniti, ormai in Afghanistan da 14 anni, avranno ordine di proseguire la loro missione: in parte saranno impegnate ad addestrare e agire da consiglieri e supporto delle truppe locali. In parte daranno la caccia direttamente a gruppi di Al Qaeda e dello Stato Islamico che, dalle loro roccaforti in Iraq e in Siria stanno adesso creando nuove basi operative nelle aree in mano ai talebani.

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