Film-porno in pausa pranzo? Si può. La Cassazione reintegra operaio Fiat
Il porno in pausa pranzo? Si può guardare. Almeno in Italia. Anche se lavori alla Fiat. Perciò, meglio tacerlo alle maestranze di Detroit. Meglio per la Fiat, ovvero Fca, e per Marchionne non alzare polveroni. Fingere, anzi, indifferenza. Almeno in questo caso. Il caso del dipendente di Termini Imerese che avrebbero voluto cacciare perchè sorpreso in pausa pranzo a gustarsi un video porno. E che invece adesso si ritrovano reintegrato con tanto di sentenza. Silenzio. Perchè saperlo, questo sì che per Marchionne e il giovane Elkan sarebbe un problema. Hai visto mai che anche agli operai statunitesi venisse voglia di farlo? Intanto il fatto è chiaro e definitivo: non merita il licenziamento in tronco il lavoratore che durante la pausa pranzo guarda filmini pornografici. La Cassazione ha respinto il ricorso della Fiat che chiedeva di applicare la massima sanzione espulsiva nei confronti di un operaio dello stabilimento di Termini Imerese che aveva ammesso di aver visto ‘filmini’ durante la pausa. Con la sentenza 20728 la Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello di Palermo che aveva dichiarato illegittimo il licenziamento di Giuseppe Z. Ad avviso degli ‘ermellini’ “le asserite ammissioni del dipendente” rispetto alla visione dei ‘filmini’ porno in pausa pranzo erano limitati ad “avere visto lo scorcio di un filmato durante la pausa mensa” mentre non c’erano prove di “valore univoco” tali da raggiungere la prova che Giuseppe Z. avesse visto i dvd in suo possesso “durante l’orario di lavoro”. Ci può essere solo il “sospetto” che lo abbia fatto ma il solo sospetto “è inidoneo a ritenere provato l’addebito” conclude la Cassazione. Marchionne sconfitto dal dubbio. E dalla certezza che guardare un porno in pausa pranzo non è passibile di punizione.