Espulso un imam: bambini costretti a non sentire musica e indotti all’odio
Ci risiamo: dopo il caso che ha sconvolto l’opinione pubblica francese – e non solo – dell‘imam di Brest, che ha profetizzato la trasformazione in maiale o scimmia di chi avesse avuto l’ardire di ascoltare della musica, ci si ritrova alle prese con un altro predicatore islamico sostenitore della matrice diabolica di melodie e motivetti, rigorosamente messi all’indice dai seguaci di Maometto: pena la metamorfosi bestiale…
Imam espulso da Vicenza
È accaduto a Vicenza dove un imam – un trentaseienne algerino, residente in provincia – è stato mandato via dalla polizia in esecuzione di un provvedimento dal ministero dell’interno per motivi di ordine pubblico. All’origine dell’espulsione un fatto accaduto il 21 gennaio scorso in una scuola elementare quando, nel corso di una lezione di educazione musicale, alcuni alunni della classe quinta di origine magrebina e di fede islamica si sono prontamente tappati le orecchie per non ascoltare la melodia “impura”. Il gesto dei bambini, neanche a dirlo, è stato immediatamente giustificato agli insegnanti increduli in nome degli insegnamenti ricevuti dall‘imam del centro islamico che frequentavano, in base ai quali ascoltare musica e utilizzare strumenti musicali costituiva peccato. Lo strano avvenimento ha messo sull’avviso chi di dovere: e così, in base alle testimonianze raccolte successivamente all’episodio dalla Digos, si è appurato che, non solo quanto sostenuto dai bambini è stato puntualmente confermato, ma è emerso anche che il cittadino algerino, di religione salafita, avrebbe espresso più volte in pubblico posizioni ritenute marcatamente radicali e ostili all’Occidente. E dunque, sempre secondo le accuse, l’uomo avrebbe indotto i piccoli fedeli ad assumere comportamenti palesemente ostili alla cultura occidentale e a manifestare il desiderio, una volta divenuti adulti, di compiere gesti eclatanti, anche attraverso l’uso delle armi.
Le indagini della Digos
Un atteggiamento estremo, quello assunto dall’imam di Vicenza e riscontrato nelle testimonianze raccolte, che racchiude anche dell’altro: la Digos, infatti, ha scoperto che l’uomo manteneva strette relazioni con esponenti del mondo islamico di orientamento radicale e che – alla faccia di accoglienza e integrazione – non aveva alcun tipo di rapporto con cittadini italiani se non convertiti all’Islam. Una chiusura ostile e pervicacemente sostenuta, quella dell’algerino, assunta da subito e portata avanti negli anni: l’imam, infatti, si trovava in Italia dal 2002, grazie ad un permesso di soggiorno rilasciato dalla Questura di Udine, città friulana dove l’uomo aveva già svolto il ruolo di guida spirituale islamica prima di trasferirsi nel vicentino alla fine del 2013. Sarà un caso, ma gli investigatori sottolineano che dopo l’episodio dell’ascolto rinnegato avvenuto nella scuola, gli alunni, richiamati dai docenti, non hanno più reagito negativamente alle lezioni di educazione musicale.