Alfano rivendica “Mare Nostrum”, ma spiega: “l’Italia non può accogliere tutti”

17 Ott 2015 8:24 - di Redazione

Angelino Alfano, intervenuto al convegno di Capri dei Giovani imprenditori di Confindustria giunto alla trentesima edizione, risponde punto per punto alla relazione introduttiva del presidente Marco Gay. A partire dalla questione Mezzogiorno su cui quest’anno gli industriali under 40 hanno riacceso i riflettori. «Il Sud ha pagato tanto – aggiunge Aliano – non avendo semplificato per molti anni. Noi dobbiamo fare sempre di più per quest’area del Paese». Per il ministro, cominciando a rilanciare l’edilizia, il settore che ha più sofferto negli anni della crisi, e con indubbia funzione anticiclica. Poi rispolvera il Ponte sullo Stretto. «A chi dice che è meglio fare altre opere – dice – rispondo che queste non si realizzano e neanche il Ponte».

Alfano difende la legge di stabilità che il governo sta per approvare

«Abbiamo fatto una buona legge – dice – abbiamo portato a casa risultati. Ora per noi parla la ripresa. Non attendiamo giudizi da Bruxelles. La nostra Finanziaria si fa in Italia». Il ministro dell’Interno ha poi ripercorso le tappe dell’intervento dell’Italia in Europa sul tema dell’immigrazione. «Dal giorno in cui da ministro dell’Interno sono sbarcato a Lampedusa – ricorda – e nell’hangar del porto mi ritrovai davanti a 30 sacchi, mi ripromisi che non avrei mai negato aiuto». Dopo pochi giorni partì l’operazione Mare nostrum. Dopo gli sbarchi e i naufragi si sono susseguiti, l’Italia era l’unica meta. Alfano ricorda la battaglia dell’Italia a Bruxelles per chiedere un’equa distribuzione dei migranti tra i Paesi europei. Dapprima inascoltata.

Alfano rivendica “Mare Nostrum”

«Oggi il clima è cambiato. Si è capito – dice – che i migranti sono una risorsa, si è capito che sono dell’Europa». D’ora in avanti, per il ministro si «deve creare un modello di integrazione. Chi vive nel nostro Paese – dice – può dare una mano, a titolo volontario e gratuito, al comune in cui viene ospitato». Anche se, aggiunge, «possiamo ospitare chi scappa dalle guerre e non chi cerca lavoro, perché l’Italia non può accogliere tutti». E ancora. Racconta di «centinaia di trafficanti di esseri umani arrestati, di navi distrutte per evitare che quegli utili venissero reinvestiti per altri traffici e altri naufragi». Parla dell’Italia come di un «Paese sicuro», grazie a un grande lavoro di intelligence e di prevenzione.

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