Al via i colloqui sulla Siria: Russia e Stati Uniti tornano a parlarsi
Washington e Mosca tornano a parlarsi. Di fronte al pericolo di un’esplosiva escalation del conflitto in Siria, legata anche alla presenza militare di Mosca nel Paese, Russia e Usa hanno deciso di provare a collaborare, con l’obiettivo di risolvere una situazione che appare sempre più senza uscita. Il segretario di Stato, John Kerry, aveva rivelato in settimana l’esistenza di una proposta giunta dalla Russia per l’avvio di colloqui a livello militare. Ora è arrivata la telefonata tra il numero uno del Pentagono, Ash Carter, e il suo omologo russo, Sergei Shoigu, che di fatto fa ripartire un dialogo che tra Stati Uniti e Russia mancava da tempo, soprattutto dopo il gelo calato tra i due Paesi a causa della crisi di Crimea e del conflitto nell’est dell’Ucraina. L’obiettivo, hanno fatto sapere sia a Washington che a Mosca, è quello di individuare strategie comuni sia per porre fine a una sanguinosissima guerra civile sia per combattere la minaccia dell’Isis in Siria. Il tutto cercando di superare le tante divergenze tra Casa Bianca e Cremlino, specialmente per quel che riguarda l’atteggiamento da tenere verso il regime di Assad e la possibile transizione politica a Damasco. Il Pentagono ha quindi parlato della telefonata tra gli omologhi di Usa e Russia, Carter e Shoigu – durata oltre un’ora – come di una “discussione costruttiva”. “La conversazione – ha confermato il ministero della difesa russo – ha dimostrato che sulla maggior parte dei problemi affrontati le opinioni delle parti sono vicine o coincidono”. Dunque, un buon inizio, anche se è difficile prevedere quali saranno gli effettivi esiti di questo riavvicinamento. A dare un impulso a questo percorso di disgelo nei rapporti tra Stati Uniti e Russia potrebbe poi essere nei prossimi giorni un possibile faccia a faccia tra Barack Obama e Vladimir Putin a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Incontro che potrebbe avvenire il 28 settembre quando i due leader si ritroveranno entrambi al Palazzo di vetro dell’Onu. Intanto l’amministrazione Obama si appresta a ‘rottamare’ la sua strategia in Siria, per gli osservatori vicina al collasso. Casa Bianca e Pentagono – rivela il Wall Street Journal – starebbero riconsiderando quello che finora era stato l’obiettivo primario: creare attraverso l’addestramento dei ribelli moderati una forza militare su larga scala in grado di contrastare con efficacia l’Isis. Sul tavolo dei vertici della Difesa Usa ci sarebbe adesso una proposta destinata a mettere in soffitta il programma da 500 milioni di dollari che prevede formazione ed equipaggiamento dei ribelli. Programma che verrebbe soppiantato da un altro piano: creare delle piccole unità speciali siriane, sempre attraverso addestramento ed adeguato equipaggiamento militare, che avranno il compito principale di indicare agli Usa le aree in cui condurre i raid aerei. E mentre Assad, tramite la sua portavoce, chiede collaborazione alla comunità internazionale per contrastare l’Isis, gli Stati Uniti hanno condannato duramente il regime di Damasco per i raid aerei delle ultime ore nella regione di Aleppo che avrebbe causato la morte di oltre 60 civili.