Nella Sicilia di Crocetta 215 opere pubbliche incompiute. Una vergogna

18 Set 2015 18:03 - di Gioacchino Rossello

Ebbene, anche la Sicilia ha un primo posto. Anche se è un podio di vergogna. Un primato all’incontrario. Primato per Crocetta e per una classe politica imbelle. Come coloro che l’hanno preceduto a palazzo d’Orleans. Trattasi infatti della drammatica realtà delle opere pubbliche rimaste incompiute: nella regione Sicilia ne sono state censite addirittura 215. Dicasi duecentoquindici manufatti. Roba da nascondersi. Anche perchè il dato è riferito al 2014. L’elenco, aggiornato e diffuso dal ministero delle Infrastrutture, con l’inclusione della Sicilia (il cui dato mancava nella precedente rilevazione) completa l’Anagrafe delle opere incompiute di interesse nazionale. Che anmmontano alla ragguardevole cifra di 862 sull’intero territorio nazionale. Roba che non l’Europa, ma manco l’Uganda Burundi (senza offesa!). Ecco perciò che Rosario Crocetta, tra un rimpasto e l’altro, potrà da oggi, specchiarsi in questo nuovo inconcepibile primato. E non pensare più, almeno fino a nuove inchieste, alle trascrizioni delle telefonate (vere o presunte) che gli hanno fatto andare di traverso sia la dieta sia l’estate. Con la pubblicazione del dato relativo alla Sicilia, spiega  il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, si completa la ricognizione delle opere incompiute di carattere nazionale relativa al 2014. Anagrafe che è stata prevista nel 2011, ma divenuta operativa nel 2013 con successivi decreti del Mit: è quindi il terzo anno che si realizza. Guardando il numero delle ‘incompiute’ regione per regione, si nota che dopo la Sicilia (215) si piazzano, ma a distanza, la Calabria con 93 opere previste ma non portate a termine, la Puglia (81), poi la Sardegna (67) e il Lazio (54). Zero nella provincia autonoma di Trento. Insomma, all’incuria, al degrado, alla disoccupazione, al persistere e proliferare di mafia e criminalità si aggiunge, in Sicilia, anche questo dato negativo. Questo primato. Cosicchè alla fine, (perchè tutto ha una fine e quindi anche la sua presidenza), Rosario Crocetta potrà uscire da palazzo d’Orleans con la certezza di non essere stato diverso in nulla da chi lo ha preceduto. Di quelli che nei comizi indicava come il danno assoluto per l’Isola e i cui metodi e risultati negativi aveva dichiarato di voler combattere e archiviare. Perchè alla fine della fiera, il dato devastante delle infrastrutture incompiute in Sicilia altro non fa che mettere una croce di disgusto sull’intera rappresentanza politica che amministra l’Isola. Anzi, una crocetta.

 

 

 

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