Partorisci in Italia e vinci la cittadinanza: Alfano si piega anche allo “ius soli”
Regole più semplici per concedere la cittadinanza italiana ai figli degli immigrati. Arriva il primo via libera in Parlamento al cosiddetto “Ius soli soft“: i bambini nati in Italia da genitori non italiani e i minorenni stranieri avranno un percorso agevolato pur nel rispetto di alcuni paletti. È il frutto dell’accordo raggiunto dalla maggioranza in commissione Affari costituzionali alla Camera che modifica il testo base messo a punto dalla relatrice Marilena Fabbri del Pd e che spinge il ddl verso la discussione in aula già nelle prossime settimana. Promette battaglia la Lega Nord temendo che il provvedimento sia “un cavallo di Troia per rivedere le norme anche per gli stranieri maggiorenni”. L’intesa di maggioranza si basa su due emendamenti, uno di Sc ed uno di Ncd, che introducono l’obbligo della frequenza di un ciclo scolastico di almeno 5 anni (nel caso in cui la frequenza riguardi le scuole elementari, si dovrà aver superato l’esame finale) e il vincolo del possesso da parte di uno dei genitori del permesso di soggiorno “di lunga durata” (non basta più quello semplice). In base al ddl – che comunque deve ancora passare per il Senato – i bambini stranieri nati in Italia acquisterebbero la cittadinanza se almeno uno dei due genitori “è in possesso del permesso di soggiorno Ue di lungo periodo”.
Basta andare a scuola per avere la cittadinanza
I minori nati in Italia senza questi requisiti, e quelli arrivati in Italia sotto i 12 anni potranno comunque ottenere la cittadinanza se avranno “frequentato regolarmente, per almeno cinque anni nel territorio nazionale istituti scolastici appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica”. I ragazzi arrivati in Italia tra i 12 e i 18 anni, invece, potranno avere la cittadinanza dopo aver risieduto legalmente in Italia per almeno sei anni e aver frequentato “un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo”. Secondo la lega Nord, l’accordo raggiunto concede la cittadinanza con troppa facilità: «Faremo battaglia in Aula per non far approvare il testo o, quantomeno, per migliorarlo il più possibile», annuncia il leghista Cristian Invernizzi.