Napoli, un altro morto nella guerra dei “bambini” ignorata dal governo

7 Set 2015 11:41 - di Antonio Marras

Un minorenne ucciso davanti a una chiesa, omicidi anche in pieno giorno, sparatorie con decine e decine di colpi di pistola: è impressionante l’escalation della violenza a Napoli dove in una sola notte, tra sabato e domenica, sono state ammazzate due persone, una delle quali aveva solo 17 anni. Ucciso nel rione Sanità dove appena tre giorni fa era stato ammazzato un uomo di 67 anni, Pasquale Ceraso con scene di panico tra i residenti. Una situazione molto difficile tanto da far dire al presidente della Municipalità, Giuliana Di Sarno, che ”il Rione Sanità sta diventando Baghdad. È ora che tutti ne prendano coscienza”. Poco prima delle 5, a finire nel mirino dei sicari, Gennaro Cesarano, 17 anni, già noto alle forze dell’ordine. È stato trovato a terra in fin di vita e portato con un’auto all’ospedale Vecchio Pellegrini dove è morto. Ammazzato con un solo colpo ma gli uomini della sezione Scientifica della Polizia hanno trovato sul luogo dell’agguato, davanti alla chiesa di San Vincenzo, 18 bossoli di due diversi calibri, oltre un’auto il cui vetro è andato in frantumi per i colpi esplosi. Non si esclude nessuna ipotesi, nemmeno quella di un proiettile vagante in una sparatoria all’impazzata tra bande. Amici e familiari descrivono Gennaro come un ragazzo tranquillo, parlano del suo sogno di fare il pizzaiolo, pronto a fare volontariato in parrocchia. E giovedì scorso l’omicidio di Ceraso, ritenuto esponente del clan Sequino-Esposito. In attesa di capire il movente dell’omicidio del 17enne Gennaro, le ultime esecuzioni di camorra probabilmente rientrano nella guerra che nel centro storico è in corso tra bande contrapposte, tra esponenti delle vecchie cosche e nuovi clan, tra i quali anche la “paranza dei bambini”, così soprannominata perché composta da un gruppo di minori pronti a sparare per affermare la propria supremazia nel controllo degli affari illeciti, a cominciare dal predominio delle piazze di spaccio della droga.

Napoli e il gioco dello scaricabarile

«Io, e tutta la città, siamo parte lesa. Nel senso che questi episodi di violenza offrono un’immagine di Napoli che danneggia impegno e sforzi di questa amministrazione per la rinascita turistica, culturale e sociale della città, che sta dando risultati straordinari. Quanto alle polemiche, agli esponenti del Pd ricordo che semmai sono loro che fanno parte di un governo che ha operato tagli a servizi essenziali, compresi quelli che dovrebbero garantire l’ordine pubblico». In una intervista al Mattino, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, a proposito degli ultimi fatti di sangue avvenuti nella città, gioca allo scaricabarile con il governo: «Chiedo al governo due cose – fa sapere De Magistris – Consolidare ed estendere l’operazione Alto Impatto. Ovvero, prolungarla nel tempo (dovrebbe terminare ad ottobre) e mettere in strada più uomini dei duecento attuali che operano sul territorio cittadino. Secondo: riconsiderare i tagli ai servizi essenziali e ai Comuni, che ricadono pesantemente sull’organizzazione delle polizie locali. L’esercito? Già c’è, è quello di Alto Impatto. Ma – prosegue – non si può pensare di militarizzare la città, né servirebbe. Serve invece utilizzare in modo intelligente gli uomini dell’esercito, per la difesa di obiettivi sensibili, e così alleggerire polizia e carabinieri per lo svolgimento di altri compiti».

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