Maretta in Forza Italia: altri parlamentari in uscita verso Renzi

30 Set 2015 7:43 - di Redazione

Berlusconiani in libera uscita. Nel pallottoliere di Camera e Senato si attende l’addio di altri quattro, un paio di deputati, incerti tra la sponda Ncd e quella di Verdini, e altrettanti senatori. Riccardo Villari del resto ha già detto che voterà la riforma di Renzi e sarà solo il primo passo. Ma – secondo “la Repubblica” – è un lento smottamento che da Roma si propaga in giro per l’Italia. Produce effetti soprattutto al Nord l’Opa della Lega di Salvini. A Bologna tre consiglieri comunali (Facci, Tomassini e Carella) rompono, escono, fondano una loro lista civica in vista delle amministrative 2016 e prendono le distanze dal candidato forzista Galeazzo Bignami che Berlusconi in persona aveva investito una settimana fa. I tre pretendono l’accordo con la Lega «altrimenti si perde».

A Roma e sul territorio, tanti esponenti forzisti in libera uscita

Tutto questo mentre al Sud continuano a proliferare i comitati “Noi con Salvini” in vista del lancio della Lega nazionale, “Lega Italia” o “Lega dei popoli” che sarà. Nel pessimo clima che si respira tra i forzisti si trasforma in un detonatore il ritorno di Nunzia De Girolamo. Colleghi in rivolta: «Interviene ogni giorno bacchettando chi lascia, parla quasi da portavoce ed è l’ultima arrivata» protestano soprattutto i senatori già in subbuglio. Il commento intinto nel veleno è che non stia facendo altro che agevolare in queste ore già delicate il lavoro che sotto traccia sta portando avanti l’ex Denis Verdini.

Silvio Berlusconi ha voluto mantenere le distanze da tutto questo

Ieri il Cav. si è blindato ad Arcore per festeggiare con i figli, Francesca e i collaboratori più stretti i suoi 79 anni. A Roma e al suo caos si dedicherà da oggi. Stasera è in programma la cena allargata a tutti i deputati e i senatori, insieme non li vedeva da mesi. Sarà l’estremo tentativo di tenere insieme quel che resta dei gruppi. Ancora il faccia a faccia con Salvini non è in agenda ma potrebbe tenersi domani. Matteo Salvini, proprio mentre il leader festeggiava a Villa San Martino, ha raggiunto Montecitorio per incontrare i giornalisti e marcare ancora più la linea di demarcazione da Forza Italia. «Berlusconi? Non lo appoggerei come candidato premier. No, io guardo avanti e penso alle primarie» dice senza giri di parole. L’ultima mossa è la proposta di estendere il voto ai sedicenni, «come avviene in tanti altri Paesi». Voto giovanile, voto di destra, sono le praterie sulle quali ormai si spinge sempre più il capo del Carroccio. Sulla corsa a sindaco di Milano invece glissa, ma in Forza Italia oltre che in una parte del suo partito (Giorgetti) sta aumentando il pressing per convincere proprio l’eurodeputato ad accettare la sfida. «Io? No, abbiamo le nostre proposte» nicchia Salvini.

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