Anche l’Austria blocca i migranti. E Washington vuole prenderne 10.000
A Bruxelles e a Strasburgo si «lavora duro» – si legge su “Il Messaggero” – per trovare le regole comuni di un’accoglienza europea ai migranti, ma alle frontiere, in Ungheria, in Austria, in Macedonia, la tentazione di alzare muri resta forte. Davanti ai migliaia in fila sotto una pioggia incessante subito dopo Idomeni, villaggio greco di confine, il ministro degli Esteri macedone Nikola Poposki ha parlato di una necessaria «difesa fisica» contro la marea di migranti. Non necessariamente un «muro», ma forse il dispiegamento dell’esercito al confine con la Grecia, o ancora «le due cose insieme». E se ieri mattina è «saltato» il muro che aveva alzato la Danimarca, interrompendo il traffico ferroviario con la Germania e bloccando la superstrada che porta in Svezia, altre barriere chiudono altre frontiere.
In Austria è stato «completamente» sospeso il transito dei treni «da e per l’Ungheria»
Vienna parla di un «imminente sovraccarico» dovuto all’afflusso di migranti che vogliono entrare in Europa centrale e magari proseguire verso nord. Davanti «agli oltre 5mila profughi» fermi al valico di Nickelsdorf, le ferrovie austriache ODO hanno chiuso il collegamen to Railjet sulla tratta Vienna-Budapest e anche il traffico dei treni regionali. Si «difende» anche l’Ungheria, che ieri ha annunciato che registrerà tutti i profughi che presenteranno domanda di asilo, mentre rimanderà gli altri, quelli che non hanno diritto allo status di rifugiati – che per il governo «sono il 99 per cento» – nei paesi dai quali sono arrivati. Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijiarto ha giustificato la decisione di costruire una barriera difensiva al confine con la Serbia.
Budapest si attiene con ciò alle regole Ue sui controlli alle frontiere esterne
Szijiarto ha inoltre ripetuto l’opposizione al sistema di quote obbligatorio previsto dal piano del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker. Ieri mattina il parlamento di Strasburgo ha approvato a larga maggioranza un sistema che prevede misure di accoglienza straordinarie, ma anche meccanismi permanenti, e che apre subito le porte dell’Europa a 160mila rifugiati. Ma la discussione si annuncia difficile lunedì, quando il piano (al quale la Polonia ha detto sì), arriverà sul tavolo dei ministri dell’interno dell’Unione. Intanto dagli Usa, il portavoce della casa Bianca Earnest ha fatto sapere che l’America è pronta a considerare di accogliere fino a lOmila siriani entro il prossimo anno.