“La destra? La rifaccio io. E organizzo anche una Leopolda…”: Brugnaro in campo

30 Set 2015 7:39 - di Redazione

C’è metodo e metodo, per riscaldare le democrazie. C’è il «metodo Guazzaloca» («Per carità»), c’è il «metodo Cameron» («Quello mi piace molto: libera energie»). E c’è il «metodo Brugnaro». Da Brugnaro Luigi, neosindaco di Venezia: sinistra blairiano-lagunare alla soglia dei 100 giorni di governo, solido uomo del fare incasellato in un centrodestra inesistente in natura, unica speranza – parrebbe – del centrodestra stesso. Sindaco Brugnaro, lei è stato eletto con la sua lista al 20%, mentre chi la sosteneva (Forza Italia) si è fermato al 3%. E allora tutti ad invocare «il metodo Brugnaro»: Renzi, Berlusconi, noi di Libero. Ma cos’è ‘sto metodo, chiede “Libero” a Brugnaro? «Consiste nel far contare le persone più dei partiti. Io sono imprenditore, non ho tessere in tasca, non ho mai fatto politica se non in Confìndustria. Finché, un giorno, mi sono accorto di essermi girato per troppo tempo dall’altra parte, quando a Venezia la misura era colma. E, dopo le primarie del Pd, ho realizzato che poteva prevalere la cultura del “no”, quella dei falsi idealismi, dei buonismi che fanno rima con “estremismi”, il mondo antagonista s’era alleato con i radicai chic ricchi e senza lavoro. Mi sono reso conto che le barriere ideologiche erano saltate….

Brugnaro rilancia l’alleanza di tutti quelli che non si sentono di sinistra

Percepisco che non le piacciono le Primarie condizionate, quelle discusse che a Venezia hanno prodotto l’estrema sinistra del suo avversario Felice Casson… «Questo io non l’ho detto» Però l’ha pensato. «Le Primarie sono andate bene per Renzi, ma non rappresentano davvero chi va a votare. Io a Venezia ho riportato alle urne il 50% dei non-votantì. Contano i programmi, non conta il colore del gatto, ma chi prende il topo. Paolo V diceva che la politica è la sola forma d’umanità». Dicono che a lei le Primarie, i sindacati e le perdite di tempo facciano venire l’orticaria. Conferma? «Io sono figlio di operaio, mio padre ha passato la vita nelle battaglie sindacali a Porto Marghera contro le fabbriche che inquinavano e ammazzavano. Ma quella era preistoria. Oggi molte delle battaglie sono frutto di rendite di posizione. Causa ideologie, qui si rischia che vada giù l’Italia»

Brugnaro lancia l’ennesima Leopolda di centrodestra

Sul Foglio lei ha lanciato una futuribile Leopolda del centrodestra. Cosa intende? «Una Leopolda del centrodestra a Venezia per il futuro dei nostri figli, ai quali, ora come ora, certifichiamo che l’Italia non ha futuro, anche se io non ho mai creduto nel concetto di destra o sinistra» Un po’ generico… «Dico di più. Mi ispirerei alla Grosse Koalition tedesca che ha abbassato i toni dello scontro, trovato l’intesa coi sindacati e rilanciato l’economia. Le pare poco?» Afiàtto. Questo vuoi dire che lei è nazarenico? «Patto del Nazareno tutta la vita» Non mi è chiaro: il Patto va fatto con Berlusconi o con nuovi leader all’orizzonte? «Berlusconi – pensi al paradosso – è stato per anni uno dei maggiori contribuenti italiani. Ed è stato condannato per evasione fiscale. La sua storia deve comunque servire alle generazioni future, sennò saranno sempre meno le persone che pensano che valga la pena buttarsi nella mischia. Come fece lui, che è stato una grande risorsa del Paese, ha intercettato il bisogno di modernità e di liberalismo, un progetto rivoluzionario…» Ma… «Ma parliamoci chiaro: il progetto purtroppo non è riuscito, si è arenato» Lei parla di Silvio Berlusconi, 79 anni, al passato. Quindi il nuovo leader potrebbe essere Matteo Salvini? «Si sbaglia. Berlusconi può essere ancora una risorsa. Salvini dice delle cose giustissime, ma continua a insistere sull’immigrazione e corre il rischio di perdere di vista tutto il resto. Se non c’è progetto per l’immigrazione il futuro è fosco, d’accordo; ma c’è, per dire, anche l’economia».

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