Cina, la parata militare risveglia i fantasmi della sinistra italiana
L’imponente parata militare in Cina ha destato allarme in tutto il mondo occidentale. Tra le poche eccezioni, vale la pena segnalare il coro di giubilo arrivato dagli irriducibili nostalgici del comunismo nostrano. Le immagini dei soldati cinesi in marcia mandano in visibilio Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. Ecco il suo entusiastico (e un po’ lugubre) commento: “La parata militare in Cina ci ricorda che la Seconda guerra mondiale ha rappresentato la sconfitta del nazifascismo su scala mondiale e che questo risultato è stato ottenuto con il contributo determinante della Cina e dell’Unione Sovietica”.
L’esponente neocomunista coglie l’occasione anche attaccare l’opera di rilettura della storia che ha caratterizzato negli ultimi decenni la vita culturale italiana ed europea. “È bene che questo venga ricordato oggi all’Occidente, vista la ventata di revisionismo storico promosso dalle élites politiche occidentali e da larga parte dei mezzi di informazione”. È incontenibile, Ferrero. Gli stessi mezzi d’informazione tenderebbero a suo giudizio a “presentare la Seconda guerra mondiale con le lenti della guerra fredda invece che con quelle della lotta per la libertà contro il totalitarismo fascista”. E poi una spericolata analisi geopolitica. “Questo è tanto più importante oggi perché gli Usa e l’Europa stanno aprendo una nuova guerra fredda fatta di azioni militari – in Ucraina – e di azioni commerciali – dal Ttip al Trattato Trans Pacifico – che hanno l’unico obiettivo di contrapporre l’Occidente a Cina e Russia. Nel giorno della fine della Seconda guerra mondiale noi diciamo con forza: basta con la nuova guerra fredda scatenata da Usa ed Europa, l’unico futuro per l’umanità – conclude Ferrero – si basa sulla cooperazione e sulla coesistenza pacifica”.
Nella parata militare in Cina c’è un particolare che ha indignato molti, dentro e fuori dell’Occidente: la kermesse militarista di Pechino è avvenuta a piazza Tienanmen, dove, 26 anni fa, migliaia di giovani cinesi che reclamavano libertà e democrazia furono massacrati senza pietà dalle truppe di Deng Xiaoping. Ma questo particolare il “compagno” Ferrero si è ben guardato dal menzionarlo.