Berlusconi: chi sarà il leader? Io non mi tiro indietro. E boccia le primarie

26 Set 2015 18:43 - di Lisa Turri

Silvio Berlusconi arriva ad Atreju in leggero ritardo: “Avevo preso quest’impegno…”, dice salutando i ragazzi e i militanti che lo accolgono. Poi si prepara a rispondere alle domande di Nicola Porro e chiarisce subito che “l’Italia non è una democrazia” perché con una serie di “golpe” para-istituzionali è stato tolto il governo al centrodestra e il suo leader è stato messo in condizione di non nuocere. Berlusconi però non ha alcuna voglia di fare un passo indietro e tornerà ad occuparsi di politica – promette – quando la Corte dei diritti di Strasburgo lo avrà pienamente riabilitato, circostanza della quale il Cavaliere non dubita. Una risposta diplomatica che serve anche a prendere tempo in questa fase incerta in cui Salvini scalpita ora chiedendo le primarie ora proponendosi come leader naturale del centrodestra. E soprattutto mentre una decina di parlamentari se ne va da Forza Italia seguendo l’inossidabile Verdini. Una “fortuna” per Berlusconi: “Sono dei mestieranti della politica. Finalmente sono scesi da Forza Italia che hanno usato come un taxi”.

Sondaggi: FI, Lega e FdI insieme superano il Pd

Poi Berlusconi sottolinea che FI, Lega e FdI insieme nei sondaggi guadagnano più consensi del Pd: riunire il centrodestra è dunque essenziale ma con quale leader? “Qualche volta – è la battuta con cui risponde Berlusconi – quando mi guardo allo specchio mi sembra di averlo trovato”. Poi chiarisce che per senso di responsabilità non si tirerà certo indietro,anche se sulle primarie resta scettico: “Servono quando bisogna scegliere tra le seconde file, non servono se c’è un leader chiaro e accettato da tutti”. Finché c’è lui,è dunque la risposta, le primarie sarebbero da scartare.

Il programma del centrodestra

Sul programma,assicura il Cavaliere, ci metteremo d’accordo: vogliamo – afferma – meno tasse su famiglie e imprese, più sicurezza con “tutti i militari per le strade e non dentro le caserme ad annoiarsi”. E promette anche la riorganizzazione dei centri per i nomadi (“dissento da Salvini che ritiene di usare le ruspe, ci sono 140mila nomadi che sono cittadini italiani”) e la riforma della giustizia con la separazione delle carriere che non è stata mai realizzata dal centrodestra. Come mai non è stata fatta? Berlusconi se la prende come fatto in precedenza con gli alleati che volevano – dice – mantenere buoni rapporti con i magistrati. “Basti pensare – aggiunge alludendo a Gianfranco Fini – cosa sarebbe successo a me se avessi venduto a un mio parente una casa avuta da un supporter…”. Una battuta in realtà accolta dalla platea con scarso entusiasmo.

“Putin non è comunista”

Ampio e molto applaudito invece il discorso sulla politica internazionale: “Abbiamo il dovere di accogliere i profughi – chiarisce – ma serve una coalizione internazionale per estirpare il cancro dell’Isis in Siria, altrimenti arriveranno qui a milioni”. Berlusconi ha esortato la comunità internazionale a riconsiderare il ruolo di Putin che, ha detto, “non è un comunista, è rispettoso degli altri, è un uomo profondamente liberale e un vero democratico, oltre ad essere il numero uno tra i leader nel mondo”. Giorgia Meloni salutando Berlusconi ha proposto una manifestazione unitaria del centrodestra, con FdI, Forza Italia e la Lega di Salvini per far ripartire la coalizione unita dalla volontà popolare di mandare a casa il governo Renzi.

Salvini indispensabile al centrodestra

Parlando di Matteo Salvini Berlusconi ha chiarito che il suo ruolo nel centrodestra è molto importante perché sa parlare molto bene “alla pancia del Paese”. Un complimento sibillino cui il leader della lega ha subito replicato: “Ringrazio molto Berlusconi ma io e la Lega non parliamo solo alla pancia della gente, ma anche alla testa e al cuore delle persone”.

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