«Alda D’Eusanio è la tv trash». Rinvio a giudizio per due giornalisti
Dio Perdona, Alda D’Eusanio no. Per un articolo che la definiva “simbolo della tv trash”, il direttore del quotidiano Avvenire, Marco Tarquinio è stato rinviato a giudizio dal gup di Roma per diffamazione in concorso con la giornalista Lucia Bellaspiga. A darne notizia il quotidiano Il Tempo. L’articolo risale al 6 novembre 2013, il giornale aveva titolato un box dedicato alla carriera di Alda D’Eusanio, sistemato a corredo di un articolo polemico con la presentatrice. Ospite de La Vita in diretta, dove era stata invitata come opinionista, la giornalista aveva commentato la vicenda di Max Tresoldi, l’uomo che nel 2001 si è risvegliato dopo dieci anni di coma.
Alda D’Eusanio e le frasi sull’eutanasia
Tresoldi in quell’occasione era in collegamento con la sua famiglia e, dopo aver sentito raccontare la sua storia, la D’Eusanio si lasciò andare ad alcune considerazioni, rivolgendo a sua madre un appello: «Rivolgo un appello pubblico a mia madre, se dovesse accadermi quel che è accaduto a Max, non fare come sua mamma! Quella non è vita. Tornare in vita senza poter più essere libero, indipendente e soffrire, e avere quello sguardo vuoto… mi dispiace, no!». Frasi che non piacquero a Ezia, la mamma di Max e provocarono una serie di polemiche e di reazioni. In particolare il quotidiano dei Vescovi italiani prese di mira la conduttrice, che reagì appunto con una querela contro la giornalista che aveva scritto l’articolo e contro il giornale. Quasi due anni dopo, la querela è approdata in tribunale. Il direttore di Avvenire e l’autrice dell’articolo sono invece stati prosciolti, «perché il fatto non sussiste», in relazione al contenuto dell’articolo principale in pagina, nel quale veniva riportato e stigmatizzato l’intervento della D’Eusanio in trasmissione.