Abusi nella Valle dei Templi, l’avvocato “ambientalista” ferma le ruspe

7 Set 2015 15:50 - di Redazione

Da sempre ambientalista, da sempre in prima fila nel combattere l’abusivismo nella Valle dei Templi ad Agrigento e la centementificazione della costa, ora difende gli abusivi. Peppe Arnone, avvocato agrigentino, ex dirigente regionale  in Sicilia di Legambiente, ex consigliere comunale, ha invertito improvvisamente la rotta. Ora si è schierato a fianco di una famiglia che ha edificato una villetta nella zona “A” del parco archeologico: una zona d’inedificabilità assoluta.

Valle dei Templi, tensioni tra residenti e le ruspe

La villetta da demolire si trova in contrada Maddalusa ed è abitata sia in estate che in inverno da una famiglia di cinque persone. L’immobile rientra nell’elenco di otto manufatti abusivi per cui il Comune di Agrigento, dopo gli ultimatum della procura della Repubblica, ha realizzato una gara d’appalto per la demolizione.  Degli otto manufatti abusivi fino ad ora sono stati demoliti coattivamente un ovile e un muretto di cinta in contrada Poggio Muscello. Autonomamente, da parte dei proprietari, sono stati rasi al suolo un edificio di circa 60 metri quadrati in via degli Imperatori; un edificio che ospitava la cucina di un ristorante sulla collina tra via Cavaleri Magazzeni e Poggio Muscello e un magazzino di contrada Cugno Vela. Il 7 settembre toccava alla casa di contrada Maddalusa. Ma gli operai che si sono presentati alla porta per procedere alla demolizione del manufatto hanno dovuto fronteggiare amici e parenti dei proprietari della villetta che si sono scagliati contro l’autista della ruspa. E per placare gli animi sono dovute intervenire le forze dell’ordine.

Arnone “barricato” dentro la casa

Gli operai, davanti ai funzionari del Comune di Agrigento e della Digos incaricati di eseguire le disposizioni giudiziarie, hanno prima sfondato il cancello e poi la porta della villetta che ricade in zona d’inedificabilità assoluta. Ma hanno avuto la sorpresa di trovarvi «barricato» dentro l’avvocato Arnone, che ha protestato sostenendo l’illegittimità del provvedimento. «Io ho la custodia dell’immobile – ha detto l’avvocato – e i funzionari del Comune non hanno voluto verbalizzare quanto ho scritto nella diffida già trasmessa al tribunale. Stanno facendo una forzatura, ho avuto uno scontro fisico con gli agenti che stanno tenendo a distanza anche gli organi d’informazione, la mia è una resistenza passiva». Arnone ha riferito che gli operai hanno svuotato la villetta e ha denunciato che i lavoratori hanno operato «senza le attrezzature e l’abbigliamento previsto dalla legge, come caschi, scarpe e tesserini».  Le tensioni si sono protratte per tutta la mattinata e alla fine l’autista della ruspa, contro cui si sono scagliati alcuni manifestanti, ha spento il mezzo rifiutandosi di procedere.

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