La battutaccia di Renzi sulla “serie D“ del Teramo fa infuriare il sindaco: “Vattene”
Teramo si ribella a Renzi. La città non perdona la battuta infelice del premier che, parlando delle contestazioni che hanno accolto la sua visita a L’Aquila si è lasciato andare a un commento sprezzante: «Parte dei contestatori sono tifosi del Teramo in serie D». Una frase cattiva e offensiva che oltre a scatenare le ire in città e sui social network, ha visto il primo cittadino andare su tutte le furie sentendo chiamare in causa la sua città, la squadra locale, senza un vero perché, solo per stizza. Maurizio Brucchi, primo cittadino al suo secondo mandato, è imbufalito e ha chiesto subito le dimissioni di Matteo Renzi, che ha irriso il Teramo, una intera città, senza alcun riguardo «per la sua delicata situazione sportiva, ma solo per cercare di nascondere i suoi fallimenti e le tante contestazioni che rimedia ad ogni sua uscita». In temini calcistici, Renzi fa un autogol.
Teramo, l’ira del sindaco
Su Fb sta spopolando il post del sindaco Brucchi, membro di Forza Italia. «Renzi dimettiti – si legge sulla pagina del sindaco -. Gravissime le dichiarazioni di Renzi sui tifosi del Teramo e sul Teramo calcio. Ride e irride il Teramo e la sua delicata situazione. Chiederò come Sindaco di Teramo le sue immediate dimissioni. Non merita di essere il nostro premier e soprattutto il premier dei cittadini teramani». Il sindaco spiega che si tratta di una dichiarazione grave, «soprattutto perché detta da un primo ministro», che non tiene conto della sofferenza che una intera città». Da tifoso della Fiorentina, Renzi dovrebe capire le ragioni e le sofferenze del tifo sportivo, il suo è stato un colpo veramente basso.
Lo sdegno del Pd: «Renzi, scusati»
Ma non finisce qui. Sull’indignazione del sindaco di Teramo c’è la condivisione piena del Pd di Teramo, che ha intrapreso le vie ufficiali e in una nota a firma dell’Unione Comunale e del gruppo consiliare del partito usa parole durissime contro il premier del suo stesso partito, prendendo le distanze e invitandolo a chiedere scusa. «Devi scusarti perché la città sta vivendo mesi di grande tensione per le vicende legate alla squadra e all’obiettivo della serie B, mai raggiunto in 102 anni di storia, un obiettivo dai risvolti non solo sportivi ma anche economici e sociali che sta sfumando sotto i colpi di una giustizia sportiva perlomeno approssimativa, si legge nella nota, che sottolinea come il giudizio sul Teramo sia ancora aperto e dichiara anche di prendere «le distanze dalla tua “leggerezza” e ribadiamo ancora una volta che l’intera comunità ha diritto alle tue scuse». Chissà se il premier avrà l’umiltà di farlo… Fatto sta che lo scivolone gli sta costando legnate da sinistra, da destra, dal centro.