Succede a Napoli: chi rimuove la zoccola morta, De Magistris o De Luca?
Nella smorfia napoletana il topo – e quindi anche la zoccola – fa 11. Quanto fa “zoccola morta” non lo sa nessuno per il semplice fatto che manca proprio il numero per indicarla. Fosse esistito, non c’è dubbio alcuno che i residenti di via Costantinopoli, cuore pulsante della Napoli antica, avrebbero preso d’assalto il bancolotto per tentare un terno secco ma senza per questo disdegnare un ambo su tutte le ruote.
La zoccola morta e il “litigio”
È accaduto infatti che proprio in quella strada, a pochi passi da una delle più antiche e rinomate librerie del centro, si trovasse una zoccola morta. Una zoccola non è un topolino, ma una bestiuccia di ben altre proporzioni. Quella che giaceva, priva di vita, sul selciato a ridosso della libreria era ‘na zoccola tanta (e qui bisogna immaginare il gesto che disegna una grandezza che va dalla mano all’avambraccio). Troppo piccola per scomodare i pompieri ma sufficientemente ingombrante da impedire al proprietario della libreria di far da sé. E mal gliene incolse perché sulla povera zoccola è scattata una vera e propria guerra di competenza tra Nettezza Urbana (Comune, cioè De Magistris) e Asl (Regione, cioè De Luca) quasi si trattasse della realizzazione di un termovalorizzatore o dell’apertura di un sito di compostaggio.
Fortuna ha voluto che la zoccola fosse morta a Napoli, città pur adusa al caro estinto ma dove le cose si aggiustano per incanto. A prescindere – avrebbe detto Totò – dalle decisioni istituzionali. Così, dopo ore di consultazioni di delibere, codici e regolamenti, a dare degna sepoltura alla zoccola di via Costantinopoli ha pensato un passante che ha centrato un bidone con uno spettacolare “cucchiaio” che neppure il Maradona del primo scudetto… Sistemato il topone senza però dirimere il nodo della competenza territoriale, la vita e il traffico hanno ripreso a fluire nella consueta, caotica ordinarietà. Almeno fino alla prossima zoccola morta.