Russia, nonna killer a San Pietroburgo: uccide e cannibalizza 12 persone
E così la nonna killer Tamara Samsonova s’è ritagliata il suo spazio tra gli assassini seriali russi di tutti i tempi. Insomma, un nuovo capitolo degli orrori si aggiunge alla storia che già annovera ‘mostri’ come Andrei Chikatilo, detto il ‘macellaio di Rostov’, e Alexander Pichushkin, lo ‘Scacchista Matto’. A loro si aggiunge ora questa donna di 68 anni, per l’appunto tale Tamara Samsonova, che ha confessato di avere ucciso 12 persone a San Pietroburgo nell’arco di 20 anni e non è escluso che, dopo averle smembrate, le abbia mangiate. Anche in questo caso, come è macabra tradizione, i media si sono sbizzarriti nel cercare degli epiteti tali da descrivere i crimini commessi dall’omicida. La donna è stata così soprannominata dai tabloid russi ‘Baba Yaga’, una strega della mitologia slava, e da quelli britannici come ‘Granny Ripper’ (la nonna squartatrice). L’ attività criminale della nonna killer è stata descritta con dovizia di particolari e dettagli sugli omicidi compiuti in un diario da lei vergato in russo, inglese e tedesco. A incastrarla sono state le immagini di una telecamera a circuito chiuso in cui si vede la donna che trasporta in un sacco nero le parti del corpo di una sua vittima. Patita di magia nera e astrologia, Samsonova potrebbe ora permettere di risolvere casi di omicidio rimasti insoluti per anni nella città russa che avevano comunque la stessa terribile ‘firma’: corpi smembrati, le cui parti venivano abbandonate dentro sacchi nelle vie di San Pietroburgo. L’ultima sua vittima è stata una signora di 79 anni, Valentina Ulanova, alla quale Samsonova forniva assistenza. L’ha addormentata, dandole un’elevata dose di sonniferi, per poi avventarsi sul suo corpo mentre la vittima era ancora viva. Il corpo senza testa dell’anziana è stato ritrovato vicino a uno stagno di via Dimitrova, sempre a San Pietroburgo. Ma fra le sue vittime ci sarebbe anche il marito, di cui ‘Baba Yaga’ aveva denunciato la scomparsa nel 2005 e il cui corpo non è mai stato ritrovato. La stessa nonna killer nel diario ha confessato di aver eliminato un suo inquilino. “Ho ucciso il mio inquilino Volodya, l’ho tagliato a pezzi nel bagno con un coltello, ho messo i pezzi del suo corpo in sacchi di plastica e li ho lasciati in diverse parti del distretto Frunzensky”, aveva scritto. Prima di essere spedita in carcere, la donna ha parlato ad alcuni giornalisti: “Lo sapevo che sareste venuti..è una vergogna, ora tutta la città lo saprà”.