Renzi prepara la batosta sugli sgravi fiscali per non aumentare l’IVA

6 Ago 2015 7:23 - di Redazione

In Italia la montagna delle agevolazioni e esenzioni fiscali per settori, gruppi d’interesse o cittadini in condizioni particolari oggi vale per l’esattezza 161,14 miliardi di euro l’anno (contro 442 miliardi di entrate tributarie). Molti di questi sgravi sono logici, altri meno, altri ancora sembrano solo ciò che sono: indifendibili regali. Eppure forse basterebbe trovare appena un centesimo di risparmi dentro questa enorme riserva di misure ad hoc per far quadrare a settembre i conti della più delicata operazione di taglio alla spesa degli ultimi anni.

Renzi sta cercando i soldi per abolire la Tasi sulla casa

Dopo l’annuncio di Matteo Renzi – ricorda “Il Corriere della Sera” – che nel 2016 sarà tagliata la Tasi, l’imposta comunale sulla casa, sta maturando nel governo la convinzione che servirà una manovra da 23 miliardi di euro. Ma essa potrebbe implicare meno sacrifici, e magari più deficit, di quanto non suggerisca una cifra del genere. I conti sono presto fatti. Sedici miliardi vanno trovati per non far scattare gli aumenti dell’Iva già innescati per legge, ma di questi (sulla carta) due dovrebbero venire dalla minore spesa per interessi sul debito e quattro dalla maggiore crescita dell’economia.

Servono subito dieci miliardi per evitare l’aumento dell’IVA

Dieci miliardi di risparmi toccano poi alla “spending review”. Quanto ai sette che restano per arrivare a 23, essi dovrebbero servire per cancellare la Tasi, per un’iniziativa contro la povertà o per far partire un altro treno di decontribuzioni sui nuovi assunti con contratti permanenti. Ma queste misure hanno già l’aria di quelle da finanziare all’antica, in disavanzo. È dunque inevitabile che una solida revisione della spesa da io miliardi diventi il muro portante della tenuta dei conti, e della credibilità dell’Italia in Europa o sui mercati. Il commissario alla “spending review” Yoram Gutgeld e Roberto Perotti, consigliere di Palazzo Chigi, presenteranno al governo un menù di misure di quella portata. Poi le scelte e le re- sponsabilità saranno solo della politica.

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