Migliaia di clandestini in arrivo dalla Libia. E l’Italia si precipita a prenderli

22 Ago 2015 15:30 - di Redazione

Dalle due alle tremila persone. Nuova, ennesima, ondata di clandestini in arrivo dalla Libia: decine di gommoni e barconi alla deriva hanno lanciato l’allarme nelle ultime ore chiedendo l’intervento dei mezzi di soccorso italiani ed europei schierati nel canale di Sicilia. Al momento sono 18 le richieste arrivate alla centrale operativa della guardia Costiera, che coordina gli interventi. Si tratta di 4 barconi e 14 gommoni con a bordo complessivamente, appunto, tra le duemila e le tremila persone. Nella zona sono state inviate nave Fiorillo e nave Diciotti della Guardia Costiera, una nave norvegese inserita in Triton, 4 motovedette delle Capitanerie, mezzi della Marina Militare e della Guardia di Finanza. Le operazioni di recupero dei migranti sono in corso. La nave Vega della Marina militare ha intanto completato nel canale di Sicilia il soccorso ad un barcone carico di migranti: 432 le persone recuperate. L’imbarcazione, che era in condizioni precarie, era stata avvistata in precedenza dall’elicottero imbarcato sulla stessa unità.

Clandestini in arrivo, non si ferma l’esodo

Libia, flusso continuo di clandestini in arrivo. Un altro intervento di soccorso è in atto da parte di un’altra nave della Marina, il Cigala Fulgosi, nei confronti di un barcone con un numero imprecisato di migranti a bordo. Le due navi militari, venerdì, avevano compiuto altri interventi e trasferito sulla nave di Medici senza frontiere Bourbon Argos 219 migranti. Intanto si apprende che la Polizia di Palermo ha arrestato sei egiziani che erano alla guida di una imbarcazione, con centinaia di migranti, andata alla deriva in acque internazionali, lo scorso 19 agosto. I migranti, una volta tratti in salvo e fatti sbarcare a Palermo, hanno denunciato le responsabilità degli scafisti e descritto le drammatiche condizioni vissute durante la traversata, raccontando le crudeltà subite dai sei arrestati. Secondo le testimonianze, durante la navigazione, decine di donne e bambini, terrorizzati, sarebbero stati chiusi a chiave sotto coperta e fatti uscire all’aria aperta soltanto dopo il pagamento di un ulteriore riscatto da parte dei familiari maschi con cui si erano messi in viaggio.

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