Mamma acido, il padre della vittima: «Basta coi Re Magi alla Don Mazzi»
Su Mamma acido un buonismo irritante. «La vita di Stefano da dieci mesi è un calvario. Ha perso la vista da un occhio, ha subito trenta operazioni, vive col volto coperto da una mascherina per rendere più efficaci gli interventi di ricostruzione». Così amici e conoscenti hanno raccontato al settimanale Oggi come vive Stefano Savi, lo studente universitario sfigurato dall’acido il 2 novembre 2014, dopo le polemiche seguite alla decisione dei giudici di togliere ai presunti aggressori, Alexander Boetccher e Martina Levato, il figlio nato a Ferragosto.
Mamma acido trattata con i guanti bianchi
Alberto, padre di Stefano, come scrive il settimanale, «è nero di rabbia», rivela un conoscente. Mamma acido viene trattata con i guanti bianchi. Martina e Alexander – è il ragionamento della famiglia – «sono stati condannati a 14 anni per l’attacco a Pietro Barbini, non c’è il minimo dubbio sulla loro colpevolezza, come non ce ne sono sull’assenza totale di pentimento e sulla persistenza della psicosi che ha ispirato i loro gesti criminali. Eppure è bastato che lei mettesse al mondo un figlio per allestire un presepe, con tanto di Re Magi alla don Mazzi, pronti a stracciarsi le vesti per il reato di lesa maternità. Come se tutto il resto fosse già caduto nell’oblio». Per il legale di Savi, l’avvocato Andrea Orabona, «quello che sconvolge è l’atteggiamento degli imputati e più ancora dei loro familiari. A farsi viva in tutti questi mesi – ha spiegato il legale – è stata la mamma di Alex per dire che è fermamente convinta dell’innocenza del figlio. Non ci hanno fatto pervenire un messaggio di scuse, una parola di comprensione, un’offerta di risarcimento per un danno che non si può nemmeno calcolare». L’avvocato di Savi, parte civile, ha chiesto nel processo un risarcimento di 3 milioni di euro per i danni subiti dal giovane.