Calais, ora Londra scopre i migranti e chiede all’Europa di fare la sua parte

3 Ago 2015 13:42 - di Elsa Corsini

Sos Calais. Ora Londra chiede all’Europa di non lavarsi le mani di fronte all’emergenza immigrazione. Dallo “splendido isolamento” alla richiesta di cooperazione, dal no irremovibile alle quote (quando l’Italia, pressata dagli sbarchi a Lampedusa, chiedeva la distribuzione dell’accoglienza) alla richiesta di “dividere” il problema con i partner europei. Il governo britannico ha sottoscritto insieme a quello francese un testo per dire in sostanza che il problema immigrazione non riguarda solo i due Paesi che si trovano agli estremi dell’Eurotunnel preso d’assalto da chi vuole entrare in Inghilterra.

Allarme Calais

Ne dà notizia il Telegraph, che riferisce di una lunga lettera rivolta all’Unione europea e alle autorità internazionali firmata dai ministri degli interni britannico, Theresa May, e francese, Bernard Cazeneuve, perché il fenomeno dei flussi incontrollati venga messo ai vertici dell’agenda europea. Londra e Parigi «si aspettano un contributo europeo per affrontare alla radice l’emergenza». Insomma le stesse richieste avanzate dall’Italia e rispedite al mittente proprio da Londra e Parigi come se si trattasse di un fenomeno regionale, affare esclusivo del governo italiano. Filo spinato e cani: ora che David Cameron è alle prese con gli “sbarchi”, da OltreManica e dalla Francia di Hollande arrivano i distinguo sull’accoglienza: ci sono i migranti che fuggono dalle guerre e quelli che si mettono in viaggio in cerca di lavoro.

L’appello di Londra all’Ue

«L’Europa darà sempre protezione a chi veramente scappa dai conflitti e dalle persecuzioni. Tuttavia, dobbiamo rompere il nesso che c’è tra le traversate del Mediterraneo e lo stabilirsi in Europa per ragioni economiche. Al momento, insieme, stiamo rimpatriando 200 migranti al giorno che non hanno il diritto di asilo». E siccome il lupo perde il pelo ma non il vizio, nell’appello a Bruxelles non manca la nota polemica nei confronti degli Stati di frontiera. «Molti di coloro che si trovano a Calais e cercano di attraversare la Manica – si legge nella lettera – sono passati attraverso l’Italia, la Grecia e altri Paesi. Per questo chiediamo con forza agli altri stati membri, e a tutta l’Ue, di affrontare il problema alla radice». La ricetta? Ridurre il numero di migranti che partono dall’Africa, smantellando le reti di trafficanti e scafisti attraverso la collaborazione tra servizi di intelligence europei. Sembra di sentire parlare Matteo Salvini e Giorgia Meloni, accusati in patria di seminare il seme della xenofobia e del razzismo. Ma Cameron e Hollande se lo possono permettere. Dov’è lo scandalo?

 

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