La birra artigianale italiana sfonda all’estero e sfida i colossi inglesi e tedeschi

20 Ago 2015 15:06 - di Redazione

Le esportazioni di birra italiana all’estero nel 2015 registrano un aumento di ben il 27% rispetto all’anno precedente, con quasi la metà della spedizioni dirette nel Regno Unito dove nei pub si diffonde la presenza delle produzioni artigianali nostrane, anche grazie al palcoscenico internazionale offerto da Expo. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi i primi cinque mesi del 2015, secondo cui si tratta di “un risultato che si è progressivamente consolidato con le esportazioni di birra dall’Italia nel mondo che sono triplicate negli ultimi dieci anni, in netta controtendenza rispetto alla crisi”. A sostenere le esportazioni, sottolinea l’organizzazione agricola, è anche il boom nella produzione artigianale di birra italiana che quando sono l’evoluzione di aziende agricole rappresentano l’autentica espressione del Made in Italy. «La birra artigianale – rileva Coldiretti – rappresenta anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i più attivi nel settore con profonde innovazioni che vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i brewpub o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica». Quella della birra italiana è una offerta variegata, in grado di soddisfare gli otre 30 milioni di appassionati consumatori di birra presenti in Italia dove tuttavia il consumo procapite e di 29 litri, molto poco rispetto a Paesi come la Repubblica Ceca con 144 litri pro capite, l’Austria 107,8, la Germania 105, l’Irlanda 85,6, il Lussemburgo 85 o la Spagna 82. A sostenere la produzione italiana di birra ci sono le coltivazioni nazionale di orzo con una produzione di circa 860.000 tonnellate di orzo nel 2014 su una superficie complessiva investita di circa 226.000 ettari.

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