Agli ex precari il posto fisso nella scuola non basta: lo vogliono sotto casa

18 Ago 2015 7:01 - di Redazione

Scatta la fase B del piano di assunzioni dei precari nella scuola. Si tratta del passaggio più temuto dell’intero piano, perché è quello nel quale agli aspiranti docenti potrebbe arrivare l’offerta di un posto di lavoro, ma anche a centinaia di chilometri di distanza da casa. È quella che qualcuno ha ribattezzato la «roulette russa». In palio, se cosi si può dire, vi sono poco più di 7mila cattedre (7.065perl’esattezza) al netto di eventuali posti di sostegno scolastico, che sono «l’avanzo» registrato nelle prime due fasi (la zero e la A) che si sono concluse prima di Ferragosto. Una cifra contestata dall’Anief, che, invece, parla di 18.476 posti avanzati.

Accettare il posto fisso ed emigrare in un’altra Regione o rinunciare: il grande dilemma

Ai settemila posti dichiarati da fonti del ministero concorreranno i 71.643 aspiranti docenti di ruolo che hanno presentato la domanda entro il 14 agosto scorso. In queste ore l’algoritmo messo a punto dal ministero dell’Istruzione «con gli opportuni adeguamenti e correttivi» si affrettano a spiegare da viale Trastevere – sta lavorando per incrociare disponibilità dei posti, domande presentate, punteggio in possesso nella nuova graduatoria questa volta nazionale per singola classe di concorso, indicazione delle province preferite da parte del candidato. Un intreccio complesso e «matematico» che con molta probabilità «impietoso» che comporterà per migliaia di precari una scelta difficile: accettare l’offerta entro 10 giorni dalla sua notifica e magari doversi trasferire in un’ altra Regione, oppure rifiutare. Ma a questo punto il candidato viene cancellato dalle graduatorie ai fini di una assunzione. E chi rifiuta il posto lontano? Detto della cancellazione dalla graduatoria, vuoi dire che per questo precario tutto è finito? «Se oltre che nella graduatoria si è anche iscritto nelle graduatorie d’istituto per le supplenze – spiegano ancora dal ministero -potrà continuare a sperare di essere chiamato per le supplenze del prossimo anno scolastico».

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