Unioni gay, FdI e Lega contro Strasburgo: «L’Italia ha altre priorità»

21 Lug 2015 14:28 - di Carlo Marini

«L’Italia prenderà in considerazione la sentenza sulle unioni gay della Corte europea dei diritti dell’uomo il giorno in cui la Corte farà rispettare questa sua decisione anche a tutti gli altri 47 Stati membri del Consiglio d’Europa, a cominciare da Russia, Turchia, Polonia e Grecia. Fino ad allora, la decisione su cosa sia una famiglia e cosa sia un matrimonio compete solo al popolo italiano, che nonostante la campagna martellante dei media resta contrario ad ogni provvedimento che possa aprire le porte all’ipotesi di adozione di bambini da parte delle coppie omosessuali. Fratelli d’Italia si batterà in Parlamento per difendere la volontà degli italiani, a cominciare dall’opposizione al ddl Cirinnà». Con queste parole la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, chiarisce la posizione della destra italiana. Così come, quasi contestualmente, Matteo Salvini detta le vere priorità della Lega.  «La Corte di Strasburgo condanna l’Italia perché non riconosce le coppie gay. Non una parola sull’immigrazione, sulle tasse, sulle pensioni, sulla disoccupazione. Penso che le emergenze, per eterosessuali e omosessuali, siano queste. La Corte di Strasburgo – attacca il leder leghista – ha rotto le palle! Non sarà un burocrate europeo a decidere il Futuro nostro, e dei nostri figli». Più accomodante la posizione di Forza Italia che, attraverso Mara Carfagna, portavoce degli azzurri a Montecitorio, spinge per una sintesi. «Non si può più far finta di nulla – osserva la deputata di Forza Italia – le coppie omosessuali sono una realtà già presente nella nostra società, il compito che la politica ha ora è quello di regolamentarle, definendo diritti, doveri e responsabilità», quindi «mettiamo da parte le guerre ideologiche e lavoriamo rapidamente per trovare la migliore sintesi possibile così da poter riconoscere diritti e doveri a chi ancora oggi, nel 2015, in Italia non ne ha».

Unioni gay: Sel e M5S sollecitano il Pd

Mentre la sinistra chiede un’accelerazione della legge sulle unioni gay con la presidente della Camera, Laura Boldrini, esulta la senatrice del Pd, Monica Cirinnà, relatrice del provvedimento sulle unioni civili al Senato: «È necessario e urgente giungere ad un testo che tenga conto dell’insieme dei diritti umani e sociali che vanno riconosciuti alle coppie gay». In tal senso il Pd trova una sponda inattesa nel Movimento 5 Stelle. I grillini sono infatti in prima fila nel riconoscimento delle coppie omosessuali: «Ora, dopo questa nuova sentenza – scrive il gruppo parlamentare del M5S al Senato – il governo e il Pd la smettano di fare melina e si diano da fare con serietà per colmare questo vuoto normativo che non è degno di un Paese civile. In Senato c’è una legge che possiamo votare subito; se invece il Pd vuole continuare a temporeggiare per mera opportunità politica, si assumerà lui stesso, insieme ai suoi alleati, la responsabilità di questa vergogna».

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