Tintarella, una dermatologa svela falsi miti e rischi reali dell’abbronzatura

20 Lug 2015 17:59 - di Ginevra Sorrentino

La tintarella tra falsi miti e scomode verità. Nel torrido clima estivo di questi giorni, e in pieno periodo vacanziero, è quasi impossibile difendersi dall’aggressività del sole: eppure bosogna proprio provarci. Ma armarsi di creme protettive, o al contrario, di oli abbronzanti, quali pro e quali contro comporta?

Veri e falsi miti della tintarella

Sono domande ricorrenti in questi mesi, come in tutte le ultime estati del resto. E allora, la protezione solare alta, ad esempio 50, mette al riparo dalle scottature? E , soprattutto, è vero che non fa abbronzare? E invece, mangiare carote aiuta la tintarella? La caratteristica waterproof reclamizzata nei vari prodotti di stagione è realmente resistente all’acqua? E quanto incidono sulla salute dei capelli, sole, mare e cloro delle piscine? Ha provato a rispondere a questi che sono tra i più gettonati e inquietanti, oltre che obsoleti, interrogativi, la dermatologa Norma Cameli, responsabile di Dermatologia estetica dell’Istituto dermatologico San Gallicano di Roma. Vediamoli punto per punto.

Estate, le solite domande sulla tintarella

1) La protezione solare protegge e inibisce l’abbronzatura? Secondo l’esperta interpellata ci fa prendere colore con gradualità e in maniera più duratura, ma al contempo difendendoci e aiutandoci a non danneggiare la pelle. Non esistono, però, dei solari che durano l’intera giornata, dunque occorre riapplicarli in media ogni due ore, dopo il bagno al mare, ma anche dopo aver sudato.

2) E quanto sono realmente idrorepellenti i prodotti waterproof? Per la dottoressa Cameli non sono poi così completamente resistenti all’acqua, dunque anche in questo caso vale la regola dell’applicazione periodica e costante.

3) La scadenza dei solari è indicativa o effettiva? Per la dermatologa i solari generalmente hanno una scadenza che va rispettata, e vanno peraltro conservati bene.

4) È vero anche che il sole fa venire le rughe? Per la Cameli l’80% del fotoinvecchiamento della pelle è dovuto ai danni del sole, e le zone più esposte sono il viso e il décolleté, che tendiamo a tenere esposti più spesso anche quando non siamo al mare, ma in città, non solo in estate.

5) E in merito al rischio melanoma? L’esperta ricorda che il sole va preso gradualmente e che può esporsi con le dovute precauzioni anche chi ha dei nei, specificando che «il rischio di melanoma aumenta col sole concentrato in poco tempo, ad esempio nel weekend end», e con le ustioni solari, in particolare il troppo sole da bambini.

6) È vero che esistono alcuni cibi che possono favorire l’abbronzatura? Perchè no? Le carote – per l’esperta consultata – sono un classico, ma anche il tè verde o alcuni integratori.

7) E a proposito dei capelli? Si è sempre parlato del rapporto tra sole e decolorazione dei capelli, ritenendo che il sole non influisse sulla crescita, ma così non è. Anzi, spiega Norma Cameli, «il troppo sole in estate può favorire la caduta dei capelli in autunno».

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