Stupro della sedicenne, emergono inquietanti aspetti dell’accusato

3 Lug 2015 11:43 - di Giulia Melodia

È accusato dello stupro della sedicenne avvenuto la notte del 29 giugno a Roma, nella zona del quartiere Prati: e dunque resterà in carcere Giuseppe Franco, il militare riconosciuto dalla giovane vittima per il quale il gip Giacomo Ebner, che ha accolto le richieste del pm Eugenio Albamonte, ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere. I reati a carico dell’uomo sono violenza sessuale e sostituzione di persona: quest’ultima accusa risponde al fatto che Franco avrebbe avvicinato la ragazzina spacciandosi per agente di polizia, una circostanza che l’uomo nega sostenendo di aver mostrato solo il suo tesserino militare.

Stupro della sedicenne, il militare resta in carcere

Ma c’è di più: per il gip, che riporta con precisione negli atti la sua convinzione, Giuseppe Franco avrebbe pianificato tutto. Un convincimento che il giudice per le indagini preliminari ha riportato nell’ordinanza con cui dispone il carcere nei confronti del trentunenne, sostenendo che esiste il pericolo di fuga e di reiterazione del reato. Per il gip «si ritengono sussistenti i gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato». Non solo: secondo il giudice «sussiste il pericolo di reiterazione dei reati» alla luce del fatto che Franco «sembra aver pianificato la violenza».

Per il gip ha pianificato tutto

Un’ipotesi che rende ancor più inquietante quanto accaduto lunedì scorso a Roma ai danni di una ragazzina indifesa, che l’uomo – sempre secondo il gip – avrebbe «individuato una ragazza palesemente minorenne, esibito un tesserino per accreditarsi come rappresentante delle forze dell’ordine e persuaso la minore esercitando la forza solo nei momenti in cui la ragazzina tentava di ribellarsi». L’uomo, aggiunge peraltro il gip definendo ulteriormente il quadro della violenza, «ha senz’altro approfittato dell’orario notturno e del luogo in cui appartarsi, luogo da lui senza dubbio conosciuto». Infine, per il gip Ebner sussiste anche il pericolo di fuga tenuto conto che il militare – che giovedì sarebbe dovuto partire per una missione – «ha cercato di far perdere le proprie tracce, e che, avendo fatto numerose missioni all’estero, potrebbe conoscere i luoghi in cui rifugiarsi».

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