“Stalin” prende a ombrellate “Lenin” sulla Piazza Rossa

7 Lug 2015 14:49 - di Tito Flavi

Stalin litiga con Lenin in piazza del Maneggio, vicino alla Piazza Rossa: Latifa Valiev, che lavora da anni con i turisti come sosia di Baffone sotto le mura del Cremlino, ha accusato il suo collega Igor Gorbunov, che impersona Lenin con una somiglianza impressionante, di fare il doppio gioco facendo coppia alle sue spalle con un altro Stalin, per posare con i visitatori. Durante uno scambio verbale piuttosto acceso, riferisce l’agenzia cittadina Moskva, Valiev-Stalin ha dato tre ombrellate a Gorbunov-Lenin, all’ingresso della vicina stazione della metro di Okhotni Riad. Il padre della rivoluzione bolscevica ha avuto la peggio ma ora confida nei tribunali di Putin: la procura ha infatti aperto un’indagine sull’incidente e non è escluso che si arrivi ad una “storica” condanna per l’aggressione di Stalin a Lenin.

La condanna vera , in realtà, l’ha già emessa la storia, ma sugli “originali”, non sulle controfigure. Cento milioni di morti sono l’atroce risultato di un “esperimento” ideologico-politico di cui l’umanità avrebbe fatto volentieri a meno. Ma tant’è, «la storia si ripete sempre, prima in forma di tragedia, poi in forma di farsa». A dirlo è stato proprio l’antesignano sia di Lenin sia di Stalin: Karl Marx, il quale, almeno questa previsione, l’ha azzeccata. Viene solo da chiedersi che cosa possa spingere mai dei turisti a posare sorridenti accanto a “Stalin” o a “Lenin” in pieno XXI secolo. La nostalgia, decisamente kitsch, di qualche vecchio veterocomunista un po’ rimbambito? Certamente, ma ci sarà anche il virus dell’imbecillità globale che miete vittime tra tanta  gente in vacanza. Nell’Europa occidentale certi spettacoli sono comunque proibiti. A Piazza Venezia non si sono mai viste , ad esempio, le controfigure di  Benito Mussolini e di Vittorio Emanuele III. Né potrà quindi mai capitare di dover commentare la notizia di un “Mussolini” che prende a ombrellate il monarca Savoia. Sarebbe stato decisamente preferibile che il Duce avesse preso a ombrellate il Re quando era il momento giusto. Ma in originale, non certo in copia.

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