L’Isis svela il suo obiettivo finale: «Conquistare Roma»

7 Lug 2015 9:58 - di Viola Longo

«Conquistare Roma, Italia». È il «fine ultimo» dell’Isis, dichiarato in un nuovo e-book diffuso in rete dai terroristi e intitolato Muslim gangs. Il libretto, di cui ha dato notizia il Site, il sito di monitoraggio del jihad online diretto dalla controversa Rita Katz, sembra essere il primo di una “collana”, Musulmani in Occidente, dedicata a «come sopravvivere in Occidente». In copertina, la foto di un corteo di giovani che sfilano con le bandiere nere dell’Isis.

«L’Isis sarà sconfitto, ma ci vorrà tempo»

Il manuale, che sollecita i terroristi islamici nei Paesi occidentali a formare bande per far avanzare il jihad, è stato diffuso nello stesso giorno in cui Barack Obama, al termine di una riunione del Consiglio di guerra al Pentagono, si è detto certo che lo Stato islamico può essere e sarà sconfitto. Secondo il presidente americano, finora sarebbero stati già ottenuti risultati significativi, ma ci vorrà dell’altro tempo. Quella contro l’Isis, ha detto Obama, «non sarà una campagna rapida», anzi «sarà molto lunga». Nel frattempo, ha raccomandato il presidente Usa, è necessario «continuare ad essere vigili» contro la minaccia del terrorismo, sia dei cosiddetti “lupi solitari” sia delle cellule jihadiste.

La strategia di Obama

«Abbiamo eliminato migliaia di combattenti dell’Isis, tra cui comandanti di alto livello», ha detto Obama davanti ai giornalisti, aggiungendo che l’Isis «ha perso oltre un quarto delle aree popolate che aveva catturato in Iraq» e anche in Siria ha subito diverse sconfitte. «I nostri raid aerei – ha proseguito – continueranno a prendere di mira impianti per il petrolio e per il gas che forniscono importanti fondi alle operazioni» dei miliziani dell’Isis, e allo stesso tempo «lavoriamo per fermare il flusso di combattenti stranieri verso Siria e Iraq», mentre «acceleriamo la consegna di equipaggiamento di importanza critica, tra cui missili anti-carro, alle forze irachene».

L’impegno sul campo

Obama ha disposto l’invio in Iraq di altri 450 soldati Usa, con il compito di addestrare e consigliare le forze irachene, portando così a 3.550 il numero dei soldati americani dislocati nella regione. Inoltre, ha dato luce verde alla realizzazione di un centro di addestramento per i soldati iracheni nella base militare irachena di al Taqqadum, nella provincia sunnita di al Anbar, a poca distanza dalla “prima linea”. Il presidente Usa ha però escluso l’invio di nuove forze in zona di operazioni, almeno per ora. Allo stesso tempo, numerosi stretti collaboratori del califfo al Baghdadi, sia in Siria che in Iraq, sono stati eliminati con razzi sparati da droni Usa, mentre la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti ha intensificato i suoi raid aerei, iniziati ornai 11 mesi fa. Ma «non c’è forza militare che metterà fine al terrore dell’Isis senza essere bilanciata da uno sforzo più ampio di carattere politico ed economico», ha sottolineato Obama, aggiungendo che «le ideologie si sconfiggono con idee migliori, con una visione più avvincente e più attraente».

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