L’arcivescovo di Palermo contro la teoria gender: «Ci aiuti Santa Rosalia»

16 Lug 2015 13:01 - di Anna Clemente
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La teoria gender è «riconducibile al peccato primigenio, quello dell’autoreferenzialità». Come la corruzione, come i molti mali che attanagliano la nostra società, dalla povertà alla disoccupazione giovanile. A dirlo è stato l’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, nel corso della sua omelia in occasione del Festino di Santa Rosalia. Omelia cui ha assistito anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che a fine giugno ha sfilato in testa al corteo del Pride cittadino e che nei mesi scorsi ha istituito il registro delle coppie di fatto.

Il gender come «visione antropologica distorta»

Rivolgendosi ai palermitani, che hanno partecipato in migliaia alle celebrazioni della santa patrona, e parlando anche delle coppie di fatto, il prelato ha stigmatizzato la teoria gender dicendo che «la messa in discussione della famiglia autentica con l’affermarsi di una visione antropologica distorta che confonde l’identità sessuale dei bambini e dei ragazzi». Una presa di posizione netta accolta dall’applauso dei fedeli, cui l’arcivescovo ha parlato della necessità che Palermo rinasca «moralmente e spiritualmente».

Palermo «ha bisogno di rinascere»

«Dando uno sguardo attorno a noi, alla nostra società e alla nostra cara Palermo, ci accorgiamo che essa ha bisogno di una vera e propria rinascita», ha aggiunto Romeo, chiedendo a Santa Rosalia una intercessione affinché si ritrovino «la sobrietà dei costumi, la semplicità della vita, l’onestà, l’amore per la nostra terra, la solidarietà, l’accoglienza». «Solo così Palermo potrà tornare a essere una città vivibile», ha detto il vescovo.

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