Caso Lambert, i medici di Reims rifiutano di procedere all’eutanasia
La dottoressa Daniela Simon, responsabile della procedura collegiale sul fine vita di Vincent Lambert all’ospedale di Reims, ha deciso a sorpresa di non sospendere l’alimentazione e l’idratazione del tetraplegico in stato vegetativo dal 2008. Ai primi di giugno la Corte europea per i diritti umani di Strasburgo ha dato il via libera all’interruzione dell’idratazione e della nutrizione artificiale di Lambert, seguendo in questo modo la richiesta della moglie Rachel. La sentenza però è stata contestata dai genitori, che hanno anche girato un video per dimostrare che Vincent reagisce a loro avviso alla stimolazione delle persone a lui care.
Per Lambert un rappresentante legale
Contrariamente alle attese, l’equipe medica dell’ospedale di Reims ha scelto di non prendere per il momento alcuna decisione in merito allo stop dei trattamenti che tengono in vita Vincent e ha chiesto alla procura della Repubblica di designare un “rappresentante legale” del paziente. La famiglia Lambert, che oggi era stata convocata alle quattordici all’ospedale di Reims, è profondamente spaccata. Da una parte i genitori che si oppongono allo stop dei trattamenti che tengono in vita il figlio. Dall’altra la moglie Rachel e molti dei fratelli che chiedono di lasciarlo andare. Lo scorso 5 giugno, la Corte europea di Strasburgo ha confermato il parere del Consiglio di Stato francese secondo cui mantenere artificialmente in vita Vincent è accanimento terapeutico e sarebbe dunque legittimo staccare la spina.
Su Lambert opinione pubblica francese divisa
Il caso di Lambert ha diviso l’opinione pubblica francese in modo molto simile al caso di Eluana Englaro qui in Italia. La legge sul fine vita in Francia è del 2005: si fonda sul principio del rifiuto categorico dell’eutanasia attiva (il far morire qualcuno) ma anche sull’opposizione altrettanto categorica all’accanimento terapeutico. Il caso di Vincent è esemplare: dopo l’incidente di sette anni fa si trova in uno stato di “coscienza minima”, non è uno stato vegetativo ma non è neanche possibile equipararlo a un vero stato di coscienza. In ogni caso sente il dolore e muove gli occhi anche se non è possibile stabilire in che misura abbia coscienza del suo corpo.