Ventimiglia, torna l’emergenza. Profughi in aumento ma non c’è posto

29 Giu 2015 11:01 - di Lisa Turri

Aumenta il numero dei migranti alla stazione di Ventimiglia. Croce Rossa, che dall’inizio dell’emergenza assiste i profughi in collaborazione con il Comume, si dice “preoccupata. A oggi i profughi sono 380 alla stazione e nel centro di prima assistenza” creato dal Comune con la Prefettura “non c’è più posto”. Giorni fa i media avevano parlato di una Ventimiglia che si stava lentamente svuotando ma evidentemente non è così. I profughi che mantengono il presidio sulla scogliera al confine con la Francia sono, secondo fonti della Croce Rossa, circa 80. Giorni fa il sindaco Enrico Ioculano si era detto preoccupato per una situazione di emergenza che, sebbene per il momento tamponata, è tutt’altro che risolta.

Lo scontro Bagnasco-Toti sui migranti a Ventimiglia

Secondo l’esponente del centrodestra Giovanni Ballestra «trovare soluzioni e assistere i migranti non è compito del Comune. Servono – ha dichiarato Ballestra al Secolo XIX – interventi e soluzioni del governo, un piano regionale che affronti quella che ormai non si può nemmeno più chiamare emergenza. Ma l’istituzione che deve poi coordinare il tutto è la prefettura. Il sindaco non deve ringraziare il sottosegretario perché assicura che porterà i soldi o il prefetto in visita a Ventimiglia, in quanto non ci hanno fatto una concessione ma solo il proprio dovere». La polemica sull’accoglienza ha visto anche contrapposti il presidente della Cei e vescovo di Genova Angelo Bagnasco e il governatore della Liguria Giovanni Toti. Il primo ha chiesto ai parroci liguri di non restare indifferenti dinanzi al dramma dei migranti, Toti ha replicato così: «Mi sarei aspettato dal Presidente della Conferenza dei Vescovi Italiani un monito ben più duro verso una politica che fa della finta accoglienza un business spesso criminale, che non sa difendere le fasce più deboli ed esposte della nostra società da una guerra tra poveri, che illude con falsi miraggi chi decide di partire, spesso perdendo la vita in tragici viaggi».

 

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