Sequestri a Fincantieri per un’inchiesta. Il gruppo blocca la produzione
I carabinieri per la tutela del Noe (nucleo operativo ecologico) hanno effettuato un sequestro preventivo di alcune aree del cantiere di Monfalcone, strategiche per la produzione nell’ambito di un’indagine che vede coinvolti il direttore dello stabilimento Fincantieri di Monfalcone, Carlo De Marco, e i titolari di sei aziende che lavorano all’interno del cantiere. L’ipotesi di reato è attività di gestione di rifiuti non autorizzata.
Squinzi: è la solita “manina” anti-impresa
Il gruppo Fincantieri ha poi diffuso una nota in cui si spiega che il provvedimento costringe il gruppo a sospendere l’attività lavorativa di tutto il personale coinvolto nel ciclo produttivo del cantiere di Monfalcone. Protesta il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: i sigilli posti alla Fincantieri di Monfalcone concretizzano quella che lo scorso 28 maggio avevo definito come una “manina anti impresa”. “Monfalcone – ha aggiunto – è un altro caso Ilva, un altro caso in cui sembra che non si voglia che le imprese operino in questo paese, una cosa particolarmente grave”.
L’ira di Salvini: Renzi che dice?
Anche per il leader della Lega Matteo Salvini “è folle la decisione della cosiddetta giustizia italiana che mette a rischio altri 5 mila posti di lavoro. Il sequestro di una parte di Fincantieri a Monfalcone è una vera schifezza: solidarietà agli operai e all’azienda. A Renzi invece chiedo cosa aspetta a intervenire. Dal governo ci aspetteremmo, invece delle solite chiacchiere, un’azione immediata a tutela dell’occupazione”. Nel cantiere di Monfalcone (Gorizia) lavorano circa 4.500 persone tra dipendenti della stessa Fincantieri e operai delle società in appalto. Da oggi, come è stato reso noto dal gruppo, lavorano soltanto gli addetti alla manutenzione degli impianti, cioè un centinaio di persone. Al cantiere sono in costruzione alcune navi, grazie anche alla ripresa degli ordinativi, tornati a livello pre-crisi del 2007. Secondo quanto ha reso noto lo stesso gruppo, l’inchiesta sarebbe relativa allo smaltimento di scarti di lavorazione, precisando che non si tratta di materiale nocivo per la salute.