Scuola, ricatto di Renzi: troppi emendamenti, addio 100.000 assunzioni
«Quest’anno con tremila emendamenti in commissione non si riesce ad assumere i 100mila precari a settembre. Le scelte dell’opposizione hanno come conseguenza che il provvedimento non riuscirà ad entrare in vigore in tempo per settembre»: quello che da giorni era nell’aria, Matteo Renzi lo annuncia con una dichiarazione esplosiva a Porta a Porta.
Renzi da Vespa annuncia lo stop alle nuove assunzioni
Come anticipato da La Stampa, la corsa contro il tempo per far varare la riforma della scuola in Senato si infrange contro un muro e si materializza il rischio paventa to che le assunzioni tanto attese slittino di un anno. E con esse forse l’intera riforma. Ma le parole del premier sono un ultimatum rivolto alla sinistra e ai grillini.
Maggioranza spaccata: sulla scuola Renzi rischia
Fuori Palazzo Madama – si legge su “La Repubblica” – per tutta la mattina risuonano nell’aria le proteste dei Cobas della scuola, dentro il Palazzo i lavori procedono a rilento e la commissione Istruzione, dove i numeri sono in bilico, è costretta a rinviare i primi voti. Il premier all’ora di pranzo va alla Camera per una veloce assemblea dei deputati dove designa il nuovo capogruppo Ettore Rosato, lanciando solo un messaggio. «È il momento più difficile e più affascinante dell’intera legislatura. Questa legislatura, che finirà nel 2018, fa venire i brividi».
No a decreto legge ad hoc solo per assumere i precari
«Faccio tesoro di un suggerimento di Lula. Nei primi giorni di luglio faremo una conferenza nazionale sulla scuola, dai sindacati alle famiglie, presentiamo la nostra proposta e una volta che abbiamo ascoltato tutti si chiude». È questo il suo rilancio, con cui getta sulle spalle delle minoranze del Pd, dei grillini e delle opposizioni che frenano da mesi tutta la responsabilità di un rinvio inevitabile. Tanto che dagli uomini di Bersani parte il contrattacco per provare a sostenere le ragioni di un decreto legge ad hoc solo per assumere i precari, soluzione chiesta anche dai 5Stelle ma che il premier ha sempre rigettato.