Scuola, chiamata alle armi: il 23 tutti in piazza, «non daremo tregua a Renzi»

20 Giu 2015 19:03 - di Roberto Mariotti

Continua a non esserci pace nella scuola anche in questi giorni di “pausa”. Dopo la “protesta degli scrutini”, il temporaneo “stop” all’esame del ddl di riforma in Senato, le polemiche politiche sull’eventuale utilizzo della fiducia, il nuovo sprone dato da Renzi dopo aver incontrato i parlamentari del Pd, è ora la volta dei sindacati ad alzare di nuovo la pressione.

 Scuola, continua la rivolta contro il governo

L’obiettivo è quello di non dare tregua al governo sulla “Buona scuola” per costringere l’esecutivo a convocare subito un incontro, prima di nuovi passi avanti del ddl. E a scorporare in un decreto le 100mila assunzioni dei precari. Il piano dei sindacati è quello di continuare con le iniziative di protesta: martedì 23, giorno in cui in commissione cultura del Senato è prevista la ripresa dell’esame del testo (i relatori sono stati alle prese in queste ore con i tremila emendamenti) i sindacati hanno convocato una manifestazione a Roma, nella zona del Senato, mentre altre sono previste il 24 giugno, sempre nel centro della Capitale. In contemporanea, in tutta Italia saranno organizzati sit in e forme di protesta. Una richiesta di confronto è stata ribadita unitariamente dai sindacati: «Dando seguito agli impegni assunti il governo ci convochi per aprire in tempi rapidissimi un confronto vero con le rappresentanze sociali, garantendo comunque subito le assunzioni tramite decreto». I sindacati ricordano che l’impegno, assunto dal governo il 12 maggio, di avviare un confronto costruttivo per modificare i punti critici del testo di legge «si è risolto in un nulla di fatto». Sul piede di guerra anche i Cobas: «Non daremo tregua a Renzi e al suo governo: in piazza fino al ritiro definitivo del ddl “cattiva scuola”, uno zombie che ancora non si rassegna ad una pietosa sepoltura, e fino all’emanazione del decreto stabilizza-precari». È proprio il tema delle assunzioni ad essere al centro delle polemiche: «Assumere i precari è una assoluta priorità», ha detto il presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, mentre a più voci si continua a chiedere lo scorporo del ddl con un decreto che consenta di mandare avanti subito le 100mila assunzioni dei precari.

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