Il presidente iraniano striglia Obama: «Noi combattiamo l’Isis, lui fa annunci»

13 Giu 2015 19:38 - di Redazione

«Gli Usa hanno fatto molti annunci in quest’ultimo anno» sulla lotta contro l’Isis, «ma fino ad oggi si sono rivelati senza fondamento», mentre in Iraq, «per esempio, chi è riuscito a prevenire una crescita del terrorismo» è stato proprio l’Iran. Lo ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani, nella conferenza stampa di bilancio dei primi due anni del suo governo, rispondendo a una domanda sull’ipotesi che il presidente americano Barack Obama stabilisca una rete di basi militari in Iraq. Un’ipotesi, ha aggiunto, «lontana dalla realta». Rohani ha ribadito che l’impegno iraniano in Siria e in Iraq è limitato alla consulenza militare e alla fornitura di armi – così smentendo implicitamente le notizie degli ultimi giorni su un coinvolgimento più diretto con migliaia di soldati in Siria. Ma il presidente iraniano ha anche sottolineato di non vedere «la presenza di altri Paesi nella lotta contro il terrorismo» e che quelli regionali si stanno difendendo da soli. L’Iran da parte sua ritiene che sia un dovere cooperare nella lotta contro l’Isis, in particolare in Iraq, per i tanti legami tra Teheran e Bagdad. L’Isis tuttavia «non vincerà», ha concluso, anche se continuerà a creare molti problemi nella regione.

Il presidente iraniano chiede all’Onu il ritiro delle sanzioni

Il presidente iraniano ha poi ribadito che dopo la firma dell’accordo sul nucleare, l’Iran vuole che il Consiglio di sicurezza dell’Onu adotti una risoluzione che abolisca tutte le precedenti risoluzioni sulle sanzioni contro l’Iran. Presente in prima fila anche il ministro degli esteri Javad Zarif. Quanto alla scadenza fissata per la conclusione del’accordo, Rohani ha detto che «non vogliamo perdere tempo», ma anche «non abbiamo fretta, vogliamo raggiungere un buon accordo». E ha osservato che «un accordo generale è stato accettato dai 5+1, ma nei dettagli vi sono molte differenze di opinione». Tuttavia, ha proseguito, l’accordo è possibile se la controparte «riconosce i diritti dell’Iran e non pone richieste eccessive». Fra la firma dell’accordo sul nucleare e la sua entrata in vigore, con la rimozione delle «ingiuste e immorali» sanzioni a carico dell’Iran, ci vorranno alcuni mesi, anche perché Teheran a sua volta avrà degli adempimenti da rispettare.  Per superare le sanzioni che colpiscono le banche e le transazioni finanziarie, ha detto ancora Rohani, ci vorrà non un anno, come affermato da una giornalista, ma un mese. Ma questo avverrà solo dopo il dietrofront dell’Onu.

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