Marino fa l’antifascista stile anni ’70: ma a sguazzare nelle fogne è solo lui

22 Giu 2015 10:47 - di Girolamo Fragalà

Un sindaco disperato. Umiliato, messo sul banco degli imputati dagli esponenti del suo partito, crollato nei consensi ai minimi storici, Ignazio Marino ha cercato una via d’uscita indossando i panni del militante dei centri sociali. Pugni chiusi e parole di fuoco. Ha usato il linguaggio tipico degli Anni Settanta, gli anni di piombo, gli anni dell’odio e degli opposti estremismi. Anni che hanno causato la morte di tanti giovani. «La destra torni nelle fogne», ha urlato scopiazzando un vecchio slogan dell’estrema sinistra, quel «fascisti carogne tornate nelle fogne» che faceva coppia con «uccidere un fascista non è reato». L’anticamera della violenza. Nessuno dei suoi predecessori è mai arrivato a questo livello. Anzi, Veltroni cercò di superare definitivamente gli anni di piombo, commemorò i giovani di destra barbaramente uccisi a Roma a cominciare dal rogo di Primavalle. Ma lui, Marino, non ha ritenuto di portare un fiore nemmeno ad Acca Larentia.

Marino parla di fogne, nessuno peggio di lui

Nessuno peggio di lui, Roma non merita la mortificazione di un sindaco del genere che invoca le fogne. Chi mette le fascia tricolore deve rappresentare o almeno tentare di rappresentare tutti. Deve saper usare il linguaggio giusto, moderare i termini, non scivolare nella volgarità, non incitare all’odio. E soprattutto deve saper fare il sindaco, cosa che Marino dimostra quotidianamente di non saper fare. Non è un caso se il Pd l’ha abbandonato, Renzi l’ha scaricato e i cittadini non gli danno il minimo credito. Chiudersi in un bunker e sparare pallottole non serve a niente, ma Marino non l’ha capito. E’ inadeguato, come scrivono e dicono molti opinionisti. E se c’è ancora bisogno di una prova, eccoti l’ultima figuraccia, quella della telefonata di Alemanno.

La storiella della telefonata

«Ricevetti una telefonata del mio predecessore. Mi disse “so che state cambiando i consigli di amministrazione. Ti posso dare due nomi?”. Io rispondo: “ma perché hai qualcuno con un curriculum davvero preparato?” Silenzio dall’altra parte», ha raccontato Marino alla Festa dell’Unità. «E dopo mi dice: “ma il Pd non ti ha parlato?”. Io rispondo di no. Qui adesso non c’è quel Pd a cui forse eri abituato tu», Immediata la replica di Gianni Alemanno: «Ignazio Marino ormai è al delirio: si inventa telefonate che tra di noi non ci sono mai state, giunge all’insulto personale e utilizza un inconcepibile violenza verbale contro la destra». Poi Alemanno aggiunge: « Ho già dato mandato ai miei legali di procedere con una querela per diffamazione nei confronti del sindaco Marino. È un personaggio ormai finito di cui Roma si deve rapidamente liberare».

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