L’allarme di Cantone: “I boss controllano ancora il voto nei Comuni”

20 Giu 2015 7:58 - di Redazione

“La criminalità organizzata è ancora capace di controllare pacchetti di voti determinanti per stabilire chi vince o chi perde”, avverte il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone. Dinanzi alla platea dei costruttori – racconta “la Repubblica” – il magistrato sostiene che «c’è una tema che riguarda la corruzione e il rapporto con la politica che, a oggi, non è affrontato da alcuna legge. La corruzione cosiddetta politica non è oggetto di alcuna legge e c’è un’interrelazione tra sistemi elettorali e meccanismi corruttivi».

“La riforma elettorale degli enti locali al Sud è stato un grande regalo alle mafie”

L’altro grande tema è rappresentato dalle modalità con le quali il crimine organizzato condiziona il voto. La riforma elettorale nei Comuni, argomenta Cantone, «al Sud è stato un grande regalo alle mafie. Il sistema dei partiti si è consentito che ogni singolo consigliere fosse espressione spesso di lobby, a volte legittime». Ricordiamo che nei Comuni i singoli consiglieri vengono eletti con le preferenze, all’interno di singole liste, mentre il Sindaco è eletto direttamente dai cittadini, con la possibilità del ballottaggio, nel caso in cui al primo turno nessuno dei candidati sindaco abbia preso più del 50% dei voti.

“I boss controllano il voto nei Comuni”, è l’allarme di Cantone

Quindi aggiunge: «Quando per vincere devi mettere insieme tutto il mondo, il possibile e l’impossibile, anche dieci voti sono fondamentali. E le mafie sfruttano il concetto di utilità marginale: si adoperano per mettere in campo quei pochi voti che sono determinati per la vittoria». Valutazioni molto politiche, ma non nuove. Sul tema delle preferenze è in corso nel nostro Paese un dibattito pluridecennale, con tanti contrari a un sistema che indubbiamente aiuta le infiltrazioni criminali. Ai cronisti Cantone ricorda che al presidente dell’Anasc «non è stato conferito alcun potere di sceriffo ma solo il compito di far rispettare le regole e far realizzare le opere pubbliche».

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