I giudici “salvano” ancora De Magistris. Ora anche De Luca spera…

25 Giu 2015 14:54 - di Mauro Achille

De Magistris resta in carica. Continuerà a fare il sindaco di Napoli  in attesa della pronuncia della Consulta sulla applicabilità della legge Severino. Lo ha deciso il Tribunale del capoluogo partenopeo accogliendo il ricorso presentato dal primo cittadino avverso il provvedimento di sospensione emanato dal prefetto. Si risolve così per il momento una questione controversa , che è stata già oggetto di esame da parte del Tar e del Consiglio di Stato. La notizia è stata comunicata dal presidente del tribunale, Ettore Ferrara, che in considerazione dell'”evidente rilievo mediatico assunto in questi giorni dalla questione relativa al ricorso proposto dal sindaco di Napoli avverso il decreto prefettizio di sospensione delle funzioni nei suoi confronti emesso ai sensi della cosiddetta legge Severino, l’interesse pubblico sotteso”,  ha spiegato in una nota che “con ordinanza depositata il Tribunale ha sospeso l’efficacia del suddetto provvedimento fino alla decisione della Corte Costituzionale sulla già sollevata questione di legittimità costituzionale, rimettendo le parti per il merito all’udienza del 26 ottobre”.

De Magistris, De Luca e le attese di Renzi

Si tratta , dunque di una sospensione della sospensione. Un elemento che rende ancora più ingarbugliata la questione sotto il profilo della applicabilità della legge Severino. In attesa della pronuncia di merito, legata alla decisione della Corte Costituzionale, dunque si prende tempo.  In termini politici, e non solo, la decisione sul caso De Magistris finirà con l’avere ricadute anche sul caso De Luca. Su quest’ultimo versante, Renzi, come si sa, al di là delle baldanzose affermazioni offerte alla stampa sulla fermezza nel far rispettare la legge, continua a prender tempo, ora affidandosi ai legulei ora invocando la “particolare e inedita” condizione in cui si troverebbe l’Esecutivo nel dar corso ad una legge approvata dal Parlamento e applicata in altre circostanze senza indugio alcuno. Tant’è.

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