Fabrizio Corona scarcerato. E don Mazzi lo attende a braccia aperte

18 Giu 2015 18:45 - di Redazione
Fabrizio Corona

«Sono felice e giuro che in carcere non ci tornerò più». Sono le prime parole dette da Fabrizio Corona, che è uscito dal carcere di Opera ed è stato affidato in prova temporaneamente alla comunità di Don Antonio Mazzi. Stando a quanto spiegato dal suo legale, l’avvocato Ivano Chiesa che, assieme alla collega Antonella Calcaterra, si è visto accogliere l’istanza dal giudice, Corona, uscito dal carcere, «urlava per la gioia, mi ha baciato e abbracciato». E al difensore che gli ha detto subito: «Ora comportati bene», l’ex fotografo dei vip ha risposto: «Sono felice e giuro che in carcere non ci tornerò mai più». Anche l’avvocato era molto soddisfatto per il provvedimento della Sorveglianza e ha spiegato: «Sono contento per Fabrizio, è un bravo ragazzo». Corona, dopo aver lasciato il carcere di Opera si è trasferito nella comunità “Exodus” di Don Mazzi. Non può uscire e deve seguire le prescrizioni stabilite dal giudice di Sorveglianza.

Fabrizio Corona deve scontare 13 anni e 2 mesi

Il magistrato di Sorveglianza Giovanna De Rosa ha concesso all’ex agente fotografico «l’affidamento in prova ai servizi sociali temporaneo» e, quindi, l’ex “re dei paparazzi” «sconterà la pena residua, non sospesa, nella comunità di Don Antonio Mazzi». Il legale ha chiarito, inoltre, che tra qualche mese l’affidamento in prova ai servizi sociali dovrà essere valutato da un collegio di giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano, i quali dovranno decidere se confermarlo o meno e portarlo da «interinale» a «permanente». Corona, che è stato condannato a 13 anni e due mesi con l’accusa di essere autore di foto-ricatti a vip e calciatori, non ha potuto godere dello sconto di pena per cumulo dei reati perché, secondo una sentenza della Cassazione pubblicata integralmente nel marzo scorso, i crimini che ha commesso non sono frutto di un piano scaturito da un unico impulso criminale, ma nascono dalla sua «inclinazione a delinquere» assurta a «stile di vita» e alimentata da «impulsi contingenti» e «non prevedibili in anticipo», legati alla sua brama di «afferrare l’occasione di guadagno».

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