Contro Renzi scende in campo Pier Silvio Berlusconi. È pronto per Salvini?

10 Giu 2015 10:27 - di Luca Maurelli

Di Pier Silvio Berlusconi, come possibile erede politico del papà, non s’è mai parlato, forse perché è quello che in famiglia ha coltivato più di tutti un profilo bipartisan, facendo sempre attenzione – da oculato imprenditore – a non arrivare a scontri frontali con i manovratori perfino quando c’era da difendere il padre, con il quale, comunque, ha sempre solidarizzato. Oggi Berlusconi junior, a capo del colosso Mediaset, per la prima volta s’è sbilanciato su Renzi. E lo ha fatto quasi a lasciar immaginare un suo futuro impegno personale in politica: «Ho ancora la speranza che Renzi riesca a cambiare ciò che va cambiato, ma siamo vicini alla scadenza del tempo». E pensare che solo un anno fa Pier Silvio aveva dichiarato di “tifare per le riforme”, ma erano i tempi del Patto del Nazareno e per quelle stesse riforme tifava pure papà Silvio. Oggi, invece, molte cose sono cambiate e Pier Silvio Berlusconi si dice convinto che il governo debba “darsi una mossa” per affrontare una serie di cambiamenti, primo fra tutti “ridurre la pressione fiscale”. «Continuo ad apprezzare la voglia di fare del nostro premier – sottolinea il vicepresidente e ad Mediaset rispondendo alle domande dei cronisti a margine della presentazione della nuova offerta Premium a Portofino -. Detto questo, però, bisogna darsi una mossa. Mi rendo conto che il cambiamento è difficile, ma o le riforme vanno avanti o bisogna trovare un’altra soluzione». A suo giudizio l’intervento più urgente in Italia è “ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie: solo così si possono far ripartire i consumi. Poi la diminuzione degli sprechi. La riforma elettorale su cui il governo pone la fiducia forse può passare in secondo piano rispetto a questi elementi”.

Pier Silvio e la battaglia di Mediaset

C’è tanta politica, in quelle frasi del rampollo di Silvio, che potrebbe rappresentare l’anello di congiunzione tra una leadership carismatica affifata a Salvini, nel centrodestra, e quella imprenditoriale da mettere al servizio di un “ticket” a capo del nuovo partito Repubblicano che ha in mente di varare Berlusconi padre. Intanto, però, Pier Silvio pensa agli affari e alla guerra con Sky, con cui – dice – “non c’è mai stata una tregua armata, ci siamo fatti sempre una concorrenza spietata, perfino eccessiva”, ammette che promette però ora “un cambio di passo, una strategia di attacco” legata alla nuova offerta Premium il cui fiore all’occhiello è l’esclusiva sui diritti per la Champions League per i prossimi tre anni. Si tratta di “una sfida importante”, sottolinea, presentandola alla stampa a Portofino, e il fatto che a lanciarla sia “un’azienda che vive sul mercato italiano e spagnolo, che negli ultimi anni ha scontato un calo di oltre il 40%, denota un coraggio e una forza che vanno apprezzati”.

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